
Quella dell’assoluzione in appello di tutti gli imputati, tra i quali 6 medici, 3 infermieri e 3 agenti penitenziari, nell’ambito del processo sulla morte di Stefano Cucchi , il 31enne geometra romano deceduto all’ospedale Sandro Pertini di Roma nell’ottobre 2009, ha riaperto una ferita profonda per i parenti della vittima.
Infatti, la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, dopo la sentenza, ha annunciato che presenterà ricorso alla Cassazione: “Mi devono uccidere per fermarmi. Non ce l’ho con i giudici di appello, ma adesso da cittadina comune mi aspetto il passo successivo e cioè ulteriori indagini, cosa che chiederò al procuratore capo Pignatone”.
Cucchi- ricorso Cassazione
“Il prossimo passo è la Cassazione e la Corte europea. Non è finita qui. Se lo Stato non sarà in gradi di giudicare se stesso, faremo l’ennesima figuraccia davanti alla Corte europea. Sono molto motivata”, ha poi aggiunto agguerrita la sorella del geometra romano, per la quale “l’assoluzione per insufficienza di prove non è il fallimento mio o del mio avvocato, ma il fallimento della Procura di Roma”.
Tanto che ha annunciato Ilaria di voler “chiedere al procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone che assicuri alla giustizia i colpevoli della morte di mio fratello, perché due sentenze hanno riconosciuto il pestaggio e lo Stato italiano non può permettersi di giocare allo schiaffo del soldato, come ha detto in aula ieri il mio avvocato. Mio fratello è morto e non si può girare e indovinare chi è stato, devono dircelo loro”.
Presidente Corte d’appello
Intanto però questa mattina è intervenuto il presidente della Corte d’Appello di Roma, Luciano Panzani che ha voluto rispondere alle polemiche scaturite dalla sentenza in appello: “Tutte le volte che un processo si chiude con un’assoluzione, le vittime provano un senso di amarezza perché ritengono che non sia stata fatta giustizia. Ma io, come cittadino, mi sento più tranquillo a sapere che nel dubbio dell’insufficienza di prove, i magistrati hanno scelto di assolvere”, ha dichiarato Panzaini, spiegando che “il giudice penale deve accertare se vi sono prove sufficienti di responsabilità individuali e in caso contrario deve assolvere. E’ quello che i miei giudici hanno fatto anche questa volta. Se non vogliamo rischiare di perdere molto di più di quanto si sia perso in questa triste vicenda, nessuna gogna mediatica e nessun invito a far pagare i magistrati per i loro errori“.
Lettera Associazione Vittime di Viareggio
Di parere opposto si rivela invece l’associazione delle vittime di Viareggio, “Il Mondo che vorrei Onlus” che in una lettera ai famigliari di Cucchi ha espresso solidarietà, commentando che “questa sentenza, profondamente ingiusta come troppe altre, ci pone il pesante dubbio: lo stato vorrà mai giudicare sé stesso come fa con un cittadino, un lavoratore, un extracomunitario? La giustizia non è per tutti la stessa: noi, se non rispettiamo una regola o sbagliamo a fare qualcosa, veniamo puniti così duramente, messi in carcere e ammazzati e loro? MAI. Non è accettabile per chi ha perso un figlio, un fratello – prosegue la lettera-, sentire le dichiarazioni di quei poliziotti; poliziotti che picchiano, che manganellano gli operai, che fanno le corna ad una mamma /nonna che, nella strage di Viareggio ha perso la figlia e due piccoli nipotini bruciati vivi. Pensate, l’allora Amministratore Delegato di ferrovie, Mauro Moretti, dopo essere stato rinviato a giudizio per la morte di 32 persone ed altri gravissimi reati, e stato promosso AD di Finmeccanica! È mai possibile? La realtà supera la fantasia! I poteri forti ci sono e, in giorni come questi, ce lo mostrano spudoratamente senza veli e vergogna. Un forte e caro abbraccio, noi ci saremo sempre!”.
Landini su caso Cucchi
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario della Fiom Maurizio Landini che durante il programma in Mezz’ora andato in onda su Rai tre, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata ha spiegato che “proprio per difendere il ruolo delle Forze dell’ordine è necessario che chi di dovere faccia la chiarezza che deve fare. Quando ci sono comportamenti che non rispondono a determinati principi o quando c’è qualcuno che dà ordini che non deve dare è bene che a quel punto lì ci sia anche un intervento che garantisca”.
“L’elemento che sta venendo meno in questo Paese è la fiducia verso le istituzioni”, ha poi aggiunto Landini.
Redazione