Contrapposizione netta alla legge Severino, soprattutto dopo che il Tar Campania ha dato ragione a Luigi De Magistris, oltre a un’opposizione senza sconti sulle materie economiche: questi i temi principali dell’intervista rilasciata questa mattina dall’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Canale 5, nel giorno in cui la rete ammiraglia di Mediaset lancia il nuovo notiziario del mattino.
Sulla questione giustizia, Berlusconi sembra pronto a prendersi una sorta di rivincita e spiega: “L’assoluzione a Milano nel processo Ruby e la decisione del Tar di Napoli di rinviare alla Corte Costituzionale la legge Severino, che ha causato la mia ingiusta espulsione dal Senato, fanno sperare che dopo tanti mesi oscuri la giustizia possa prevalere sulla convenienza politica”. Quindi sull’opposizione alla legge di stabilità: “Giovedì incontrerò tutti i gruppi parlamentari e tutti i coordinatori provinciali del partito per lanciare una grande mobilitazione anche al fine di cancellare le tasse sulla casa. Durante il nostro ultimo governo le avevamo ridotto molto, le famiglie nel complesso pagavano 11 miliardi di euro, oggi si sono triplicate e le famiglie pagano più di trenta miliardi”.
“Sbaglia chi ha pensato che con la mia storia io potessi abbandonare i milioni di italiani che hanno creduto e credono ancora in me, non sa proprio di che pasta sono fatto”, è la nuova sfida di Silvio Berlusconi, che poi conclude: “In questi giorni, stiamo molto lavorando per rilanciare il mostro movimento politico, che resta saldamente la prima formazione del centrodestra”.
Le critiche di Brunetta
Critiche alla legge di stabilità arrivano anche dal capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, che in un’editoriale pubblicato dal quotidiano ‘Il Giornale’ contesta: “La copertura finanziaria per i tagli all’Irap è un aumento dell’aliquota Irap: quella che a maggio era stata ridotta al 3,50%, tornerà al 3,90%. La copertura è stata individuata anche dalla cancellazione di due bonus in vigore: quello che offre alle aziende 12 mesi di tagli sui versamenti contributivi per i contratti di apprendistato prolungati al termine dei tre anni e quello che prevede il taglio del 50% sui contributi per le aziende che assumono lavoratori in disoccupazione da almeno 24 mesi. Al netto della partita di giro i 5 miliardi di sconto Irap si riducono a soli 2,9 miliardi”.
Inoltre, rispetto “alla decontribuzione delle nuove assunzioni a tempo indeterminato: considerando lo stanziamento del governo di 1,9 miliardi e il limite di esonero dal pagamento dei contributi pari a 8.060 euro per ogni nuovo assunto, il numero massimo di nuove assunzioni che potranno beneficiare dello sgravio è di 235.732 unità. I contratti a tempo indeterminato attivati nel 2013 sono stati 1.584.516”.
Casse previdenziali e previdenza complementare
Contesta l’aumento della tassazione sulle Casse previdenziali e sulla previdenza complementare, il senatore Andrea Mandelli, responsabile di Forza Italia per i rapporti con le professioni: “Il futuro previdenziale dei professionisti non è una questione marginale, perché se oggi il governo sbaglia il problema si riproporrà, con forza, domani. Perché rischiare di dover correre precipitosamente ai ripari quando possiamo evitare, da subito, di penalizzare la previdenza integrativa? In Parlamento siamo pronti a fare la nostra parte, ma non accetteremo che il governo se la cavi aspettando emendamenti che riparino alla sua miopia. Perché se l’esecutivo non correggerà da solo la rotta, dovrà comunque assumersene la responsabilità”.
Dati Istat
Forza Italia, infine, sul tema della legge di stabilità non lesina critiche al governo nemmeno in riferimento ai dati Istat diffusi oggi e che sanciscono l’effetto nullo che la manovra economica avrà sull’aumento del Pil. Oltre al ‘solito’ Brunetta, secondo il quale vengono smascherate “le bugie del presidente del Consiglio sul carattere espansivo della Legge di stabilità, sul taglio delle tasse e sugli incentivi alle nuove assunzioni”, è intervenuto anche Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera: “In attesa che qualcuno qualifichi come ‘gufo’ anche l’Istat, registro oggi una ennesima conferma di quanto alcuni di noi dicono da tempo. Le tabelle finali (quelle reali) della legge di stabilità, dopo settimane di slides e parole, mostrano la reale ed effettiva natura della legge di stabilità: un’operazione modesta e inadeguata, lontanissima dallo choc positivo necessario all’economia italiana”.
Capezzone è duro nelle critiche al premier Renzi, che “ha scelto di muoversi su due binari. Sul binario delle immagini, dell’apparenza, della fiction, della ‘rappresentazione’, racconta una realtà che non c’è: tagli di tasse per 18 miliardi, e scontro con l’Ue. Sul binario della realtà, invece, si adatta al piccolo cabotaggio e non fa nulla di adeguato e significativo per il rilancio dell’economia, così come anche con l’Ue tutto si è risolto in qualche ‘zero virgola’. E così i tagli di tasse e quelli di spesa si ridimensionano, e diventano operazioni omeopatiche, minimaliste, non incidenti”.
Il Mattinale sulla legge Severino
Sulla legge Severino, rispetto alla quale nei giorni scorsi Forza Italia si era espressa, alimentando nuovamente il dibattito, arriva oggi il commento de ‘Il Mattinale’, la nota politica redatta dallo staff del gruppo ‘azzurro’ della Camera dei deputati: “La Severino non è una legge, ma una trappola che ferisce la democrazia. Che cosa aspetta Renzi, con la sveltezza dei sarti che ricuciono strappi indecenti, a rimediare? Il Patto del Nazareno ha al suo primo punto la lealtà reciproca tra i due protagonisti, i cui nomi forse avete tutti in mente. Che razza di democrazia è quella che mette fuori gioco a priori un contendente, applicando norme incostituzionali?”.
Il foglio politico parla di “un virus incostituzionale nella pancia di una legge malata di giustizialismo unidirezionale: contra Berlusconem. Semplicissimo. Dirimente. Il contraddittorio logico non esiste”. In conclusione un invito a Matteo Renzi: “Liberi le mani del suo interlocutore dai ceppi dell’iniquità trasformata in legge. Non conviene tanto a una persona o a una parte politica, ma alla democrazia e alla tenuta morale del nostro Paese”.
GM