Bruxelles peggiora le stime di deficit, debito e Pil per l’Italia

La sede della Commissione Europea a Bruxelles (Foto: GEORGES GOBET/AFP/GettyImages)
La sede della Commissione Europea a Bruxelles (Foto: GEORGES GOBET/AFP/GettyImages)

La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’economia italiana, mentre sono al rialzo deficit e debito pubblico. Si tratta delle nuove previsioni economiche di autunno della Commissione Ue, annunciate questa mattina a Bruxelles.

Il Pil italiano diminuirà dello 0,4% nel 2014, annuncia la Commissione Ue, prevedendo una contrazione maggiore di quella prevista dall’Istat (-0,3%). Nelle previsioni di primavera dello scorso maggio, invece, la Commissione aveva stimato per l’Italia una crescita dello 0,6% quest’anno e dell’1,2% nel 2015. Anche per il 2015 è stata abbassata la stima sul Pil del nostro Paese, che dovrebbe attestarsi a +0,6%, con una “tiepida ripresa” dovuta soprattutto ad una “accelerazione della domanda esterna”, scrive la Commissione europea nel suo rapporto. Un eventuale ulteriore slittamento della domanda esterna potrebbe dare luogo, si precisa, a rischi al ribasso per il Prodotto interno lordo italiano. Questo dato sul Pil del 2015 è in linea con quello previsto dal Ministero dell’Economia italiano e indicato nell’ultima variazione del Def. La previsione del ministro Padoan poi è stata ancora più ottimistica: “Potrebbero esserci sorprese al rialzo“, aveva dichiarato il ministro due settimana fa al Wall Street Journal. Diversa, invece, la valutazione dell’Istat che stima il Pil 2015 dell’Italia a +0,5%. L’Ocse è decisamente più pessimista: nell’ultima stima di settembre l’istituto parigino ha indicato il Pil italiano ad appena +0,1% nel 2015, mentre per quest’anno ha previsto un -0,4%, come la Commissione europea. Nelle previsioni di autunno di Bruxelles, nel 2016 il Pil italiano dovrebbe crescere dell’1,1%.

Il deficit dell’Italia è stato rivisto al rialzo dalla Commissione Ue: nel 2014 dovrebbe raggiungere il 3% del Pil, scendendo poi nel 2015 al 2,7%. La scora primavera, invece, le previsioni erano al 2,6% per il 2014 e al 2,2% per il 2015. Ad incidere sul calo del deficti italiano nel 2015, scrive Bruxelles, saranno le “misure addizionali” alla legge di stabilità “annunciate il 27 ottobre” (nella lettera di Padoan alla Ue), a cui si va ad aggiungere il “calo della spesa per interessi” (sul debito), determinato dalla diminuzione dello spread e dei tassi sui titoli di Stato. Il calo comunque è inferiore a quello previsto dal governo italiano, che nell’ultimo aggiornamento della legge di stabilità stima il deficit/Pil per il 2015 al 2,6%. Il peggiormanento delle previsioni sul deficit potrebbe portare la Commissione europea a chiedere misure aggiuntive all’Italia per correggere i conti. Questa decisione verrà presa solo dopo l’esame approfondito della legge di stabilità italiana, a fine novembre. In ogni caso la Commissione dovrà tenere conto anche della congiuntura economica sfavorevole, su cui il ministro Padoan ha insistito nella sua lettera di risposta alla Ue, parlando di circostanze eccezionali, oltre che delle riforme stutturali annunciate dal governo Renzi. Riguardo al deficit strutturale, questo salirà allo 0,9% nel 2014, scenderà allo 0,8% nel 2015, per poi risalire all’1% nel 2016.

Negativo anche il dato sul debito pubblico italiano, che nonostante sia sceso al 127,9% nel 2013, grazie al nuovo metodo di calcolo europeo, nel 2014 salirà al 132,2% del Pil, “a causa del Pil piatto e dei pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione”, precisa Bruxelles; mentre nel 2015 dovrebbe raggiungere il punto massimo del 133,8%. Solo nel 2016 il rapporto debito/Pil dovrebbe scendere, attestandosi al 132,7%, secondo le previsioni europee. Il debito italiano comunque rimane troppo alto e oggi in conferenza stampa, nel presentare i dati economici dei Paesi europei, il vice-presidente della Commissione Jirki Katainen ha ricordato come la riduzione del debito sia importante tanto quanto quella del deficit per la stabilità dei conti, sottolineando che un debito alto non favorisce la crescita economica di un Paese.

Altra nota dolente per l’Italia è poi quella sulla disoccupazione. Scrive, infatti, la Commissione europea nel suo rapporto che il tasso di disoccupazione del nostro Paese sarà al 12,6% sia nel 2014 che nel 2015 (la stima dell’Istat è invece del 12,5% per quest’anno e del 12,4% per il prossimo.). Un tasso che “resta elevato ai suoi livelli storici” e si riflette “nell’attività economica depressa”, sottolinea Bruxelles.

Le prospettive economiche, comunque, non sono esaltanti nemmeno per l’intera Eurozona, per la quale la Commissione Ue parla di ripresa fragile e lenta e di fiducia in calo. “La ripresa iniziata nel 2013 resta fragile – si legge nel rapporto -, lo slancio in molti Stati membri è ancora debole, la fiducia più bassa che in primavera e nonostante le migliori condizioni finanziarie, la ripresa nel 2015 sarà lenta“. Il Pil della zona euro crescerà dello 0,8% nel 2014 e dell’1% nel 2015.

Valeria Bellagamba