
Lettiano di ferro, tanto da esser stato collaboratore di Enrico Letta quando questi era ministro dell’Industria e tra gli animatori di VeDrò, il think-tank voluto dall’ex premier, allievo di Beniamino Andreatta, candidato contro Nichi Vendola alle primarie del centrosinistra pugliese, marito di Nunzia De Girolamo, ex ministro forzista e oggi tra le figure di spicco del Nuovo Centrodestra. Non si può certo dire che Francesco Boccia, tra i più attivi oppositori interni delle politiche di Matteo Renzi, tanto da prevedere elezioni anticipate in primavera, sia un sovversivo.
Eppure non passa ormai giorno senza che il parlamentare lettiano critichi il premier; replicando all’affermazione di Matteo Renzi nell’intervista contenuta nell’ultimo libro di Bruno Vespa, secondo cui “la sinistra che non si trasforma si chiama destra”, Boccia ha criticato il Jobs Act: “Il testo deve tenere conto del testo uscito dalla direzione del Pd altrimenti sarebbe molto grave e non lo voterei”. Sul Tfr in busta paga: “Non vorrei che la norma sul Tfr, scritta in quel modo lì, fosse il frutto del lavoro di qualche consulente frettoloso”. Sul bonus di 80 euro: “Come è adesso sviluppata la norma è iniqua. Per un grande partito di sinistra come il nostro l’iniquità è il principale nemico”. Questi sono solo alcuni esempi
E oggi in un’intervista al ‘Foglio’, Francesco Boccia ne ha fin troppe per il premier: “Io mi considero un liberale di sinistra, non sono un nostalgico delle vecchie socialdemocrazie, ma non posso non notare che il percorso scelto da Matteo oggi tradisca ciò che era stato promesso alle primarie di un anno fa. Mi spiego: io ho votato Renzi perché trasformasse il Pd in un moderno partito di sinistra, non perché trasformasse il Pd in un partito di destra”.
La pensa come mia moglie
“Oggi non faticherei a dire che le politiche di Matteo, per come sono concepite, sono in sintonia più con il partito di mia moglie che con il partito di cui faccio parte” – arriva ad affermare Boccia – “Matteo è fantastico e sta sparecchiando la tavola del centrodestra, rubando le posate e portandosi via l’argenteria. Si dirà: ma che ti frega Francesco, prende un sacco di voti. Ed è qui l’errore: io il paese lo voglio cambiare non con un approccio individualista di destra ma con un approccio sociale di sinistra”.
Ritorno alle urne
Su un eventuale ritorno alle urne, che Boccia già ai microfoni di Mix24 su Radio24 aveva pronosticato, il lettiano chiarisce: “L’ansia di approvare la legge elettorale a qualunque costo si spiega anche così. Ma su una cosa sono certo: se si dovesse andare a votare il prossimo anno, senza aver fatto prima le riforme istituzionali, io dubito che Matteo abbia la forza di tornare alle urne con una legge diversa da quella disegnata dalla Consulta. Faccio questo discorso con un po’ di amarezza”.
Se anche Boccia…
Se anche Boccia, un moderato di centrosinistra, uno che ha sostenuto l’ascesa di Renzi alla guida del Pd, arriva a bocciare – si perdoni il gioco di parole – qualsiasi provvedimento del governo, denunciando tagli alle politiche del Mezzogiorno (dichiarazione di ieri: “Un governo non nasconde la verità, la affronta. Sul Sud servono politiche chiare e decise a favore delle imprese e sul lavoro. Un impegno straordinario sugli investimenti pubblici ormai ridotti al lumicino, liquidità alle imprese che pagano il denaro molto più che nel resto del Paese e sostegno specifico all’occupazione giovanile e femminile, necessitano di un capitolo aggiuntivo che non c’è”), forse c’è da attendersi un passo indietro, un ripensamento, una maggiore propensione al dialogo con le minoranze interne al Partito Democratico.
Chissà se – nei prossimi giorni – il premier Renzi si dimostrerà eventualmente disponibile ad aggiustamenti, a cambiare rotta. Sono in molti, a partire da buona parte della base elettorale del suo partito, ad attenderlo al varco.
GM