Ast Terni: in corso tavolo fra le parti al Mise

ThyssenKrupp (Getty Images)
ThyssenKrupp (Getty Images)

Si apre, forse, una nuova speranza per gli operai della Ast di Terni, l’acciaieria controllata dalla multinazionale ThyssenKrupp: secondo quanto ha riferito un delegato sindacale che sta presenziando al tavolo di discussione tra il governo e le parti coinvolte al Ministero dello Sviluppo Economico, Lucia Morselli, ad della società, avrebbe dichiarato che l’azionista non avrebbe alcuna intenzione di vendere l’azienda, ma che invece sarebbe intenzionato a rilanciarla.

Per garantire che tutti i forni continuino a funzionare, anche se a turni ridotti, la fabbrica dovrà produrre almeno un milione di tonnellate di acciaio fuso ogni anno, condizione necessaria anche per garantire l’equilibrio finanziario della società e che sarebbe stata inserita nel nuovo piano industriale presentato all’incontro. Le indiscrezioni promettono dunque un miglioramento, o almeno una salvaguardia, delle condizioni di lavoro di circa 590 dipendenti dell’azienda, che al momento, però, si trovano ancora a rischio.

All’incontro di via Molise prendono parte Federica Guidi, ministro dello Sviluppo Economico, il suo vice Claudio De Vincenti, il segretario nazionale Fiom Maurizio Landini, Guglielmo Gambardella della Uilm, Marco Bentivoglio della Fim-Cisl e Maria Antonietta Vicaro della Ugl Metalmeccanici.

Mario Ghini, segretario nazionale Uilm, all’uscita dall’incontro con l’ad Lucia Morselli si è detto soddisfatto: “Abbiamo apprezzato la disponibilità dell’azienda e ci sono buone possibilità di riaprire la trattativa. Di fatto l’azienda è disponibile modificare il piano industriale, perché è ora chiara la disponibilità a far funzionare i due forni del sito di Terni con un’adeguata turistica e c’è l’uguale disponibilità a pagare gli stipendi. Si tratta di due elementi che fanno ben propendere alla ripresa della trattativa in questione tra le parti”.

Ancora questa mattina, prima dell’inizio del confronto, 400 operai delle Acciaierie Speciali Terni hanno manifestato contro l’ipotesi di chiusura dell’impianto sventolando bandiere dei sindacati di categoria e raggiungendo il ministero da stazione Termini. Mentre le cariche mosse dalle forze dell’ordine agli operai potevano costare care al ministro dell’Interno Alfano, che ieri è scampato ad una mozione di sfiducia, questa volta il corteo si è svolto regolarmente e senza disordini.

AP