Il tempo non è mai stato nostro amico e se la Terra ha perfino i giorni contati, allora le cose si complicano parecchio. Lo sanno bene i protagonisti di Interstellar, il nuovo film di Christopher Nolan (Il cavaliere oscuro, Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Inception) che esce oggi, giovedì 6 novembre, nelle sale italiane. Infatti, la pellicola è ambientata in un futuro imprecisato e narra l’avventura di un team di esploratori intenti a organizzare la missione più importante nella storia dell’uomo: un viaggio attraverso la galassia per scoprire se l’umanità potrà avere un futuro tra le stelle.
È il premio Oscar® Matthew McConaughey a interpreta il ruolo chiave di Cooper, un ex pilota collaudatore e ingegnere che deciderà di sfidare i suoi limiti per salvare la sua famiglia e il mondo intero. Nel cast troviamo anche i Premi Oscar® Anne Hathaway e Michael Caine, insieme a Ellen Burstyn, Casey Affleck, Wes Bentley, Foy Mackenzie, Jessica Chastain e David Oyelowo.
Con Interstellar, Christopher Nolan conferma le sue peculiarità da ambizioso cineasta, con tutte le sue pecche e la sua sorprendente malia visiva, tant’è che il film ruota tutto sull’audace e rischiosa peripezia di abbattere le barriere del tempo e dello spazio, nel disperato tentativo da parte degli uomini di preservarsi dall’estinzione. Ma al di là delle chiare difficoltà insite in questa pericolosa avventura interstellare, Nolan rivela che a muove il fulcro dell’intero film, alla fine, è la vicenda umana, non le gesta eroiche. Infatti, pur immaginando una spedizione verso l’ignoto, il concetto di famiglia rimane il cardine attorno al quale si snoda l’intera trama. E nel tentativo di rappresentare lo spazio in modo realistico, Christopher Nolan ha analizzato a fondo le teorie del fisico teorico Kip Thorne circa la possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un cunicolo spazio-temporale, ovvero un wormhole.
Così, Interstellar oltre a suscitare un grande senso di meraviglia, grazie a scene mozzafiato, tesi sulla relatività, speculazioni sulla quinta dimensione, resta di fatto fortemente impigliato nelle dinamiche sentimentali, che animano sia i singoli protagonisti, che l’umanità intera, perché sono le emozioni a renderci mortalmente sagaci ed eternamente vivi. E tra fattorie, campi di mais, buchi neri giganteschi denominati non a caso “Gargantua”, robot parlanti, sardonici e super intelligenti, tempeste di sabbia, una triade di sorprendenti navicelle spaziali (la Ranger, la Lander, e l’Endurance), tecniche avanzate di criogenia, nonché fantasmi (perché ci sono anche loro nel film!), l’impennata sensibile raggiungerà l’apice nel finale, sottolineata da un’intensa e vibrante colonna sonora firmata da Hans Zimmer.
E voi, cari spettatori, non lasciatevi ingannare dalla patina fantascientifica di Interstellar e dai suoi 168 minuti, perché il suo intento primario non è affatto la spettacolarità. Non vuole offrirvi semplicemente un’esperienza affascinante, effetti speciali ad alto impatto visivo, minuziosità scientifica, esplorazioni intergalattiche azzardate, sequenze suggestive, ambienti alieni ostili, o addirittura avventura, logica e ignoto amalgamati tutt’insieme e stretti da una filosofia estetica alla Kubrick e da un senso di stupore di stampo Spielberghiano. Il suo scopo è ben altro. Desidera regalare al genere umano un forte insegnamento, ovvero che l’amore è l’unica cosa in grado di trascendere il tempo e lo spazio. Quindi, se anche voi state cercando una via di fuga o di salvezza o se semplicemente avete voglia di viaggiare nell’infinito e oltre, sappiate che il vero prodigio umano, che troppo spesso ci dimentichiamo di possedere, non risiede in un altrove lontano, ma è e sarà per sempre nel nostro cuore.
Silvia Casini