Il maltempo fa male al Made in Italy

Un'edizione del Vinitaly (JENS SCHLUETER/AFP/Getty Images)
Un’edizione del Vinitaly (JENS SCHLUETER/AFP/Getty Images)

Il maltempo che da qualche tempo sta flagellando la Penisola, con precipitazioni eccezionali, alluvioni, smottamenti e frane, sta mettendo a dura prova la nostra produzione agricola e l’eccellenza di quei prodotti alimentari che sono il vanto del Made in Italy, e che tutto il mondo ci invidia. Vino, olio d’oliva, pomodori, grano duro per la pasta hanno subito in modo pesante le bizzarrie del meteo quest’anno, con danni importanti alle colture e cali nella produzione.

A subire le conseguenze più pesanti è stata la produzione di olio d’oliva, che quest’anno ha avuto un calo del 35%, seguita da quella del vino al 15%, quindi una diminuzione del 4% per il grano duro destinato alla pasta e infine cali in tutto il comparto ortofrutticolo. I dati provengono da uno studio della Coldiretti sul bilancio agricolo annuale che, spiega l’associazione, “è stato sconvolto da un andamento climatico del tutto anomalo con un conto sulle tavole degli italiani da 2,5 miliardi tra calo produttivo, maggiori costi per la difesa delle colture e stravolgimento nei consumi”.

In cifre, la produzione italiana di olio d’oliva è precipitata a 300mila tonnellate, mentre quella mondiale, ha fatto sapere il Consiglio Oleicolo Internazionale (Coi), ha subito un calo del 19% per circa 2,56 milioni di tonnellate. Il risultato così negativo è stato in gran parte influenzato dall’andamento della produzione in Spagna, dove il raccolto di olive è stato dimezzato. La produzione di olio di oliva spagnola rimane comunque la più alta al mondo con poco meno di un milione di tonnellate, seguita da quella dell’Italia e subito dopo dalla Grecia. Riguardo al vino, la produzione italiana dovrebbe scendere quest’anno a 41 milioni di ettolitri, indica la Coldiretti, mentre quella mondiale dovrebbe passare a 271 milioni di ettolitri, in calo del 6%, influenzata da quella italiana. Nel 2014 l’Italia sarà sorpassata dalla Francia, che con 44 milioni di ettolitri torna leader mondiale nella produzione di vino, strappando al nostro Paese un primato conquistato negli anni.

Un pesante calo lo subirà anche la produzione italiana di pasta, non tanto per lo stato delle nostre colture ma perché i pastifici italiani dipendono troppo dalle importazioni di grano duro dall’estero, da dove proviene circa il 40% del fabbisogno. Nel nostro Paese, infatti, il raccolto di grano duro è sceso del 4%, mentre un calo decisamente più forte si è registrato nel resto dell’Unione europea, con un -10%, ma il vero e proprio crollo nel raccolto di frumento duro, con un -27%, è avvenuto in Canada, il principale fornitore dell’Italia. La Coldiretti denuncia, a questo proposito, la mancanza di lungimiranza nel nostro Paese nell’investire nell’agricoltura nazionale. L’International Grains Council prevede che la produzione mondiale di pasta dovrebbe essere quest’anno di 34 milioni di tonnellate, segnando un 15% in meno.

Il raccolto del pomodoro per le conserve mantiene la media stagionale degli ultimi cinque anni, ma solo perché sono aumentate le superfici coltivate, sottolinea Coldiretti. Infatti, le rese per ettaro sono diminuite. Riguardo alla frutta in genere, Coldiretti stima un calo della produzione complessiva rispetto allo scorso anno. Il peggiore risultato è quello delle castagne, che quest’anno registreranno il minimo storico della produzione nazionale, appena un terzo di quella che veniva realizzata solo dieci anni fa. Nel 2013 la produzione di castagne in Italia è stata di 18 milioni di chili, già in calo, quest’anno sarà ancora più bassa. Sulla produzione di castagne e olive, va precisato, ha influito negli ultimi anni anche la presenza di malattie e parassiti.

Questa diminuzione dei prodotti agricoli, tipici della dieta mediterranea e che più vengono consumati dagli italiani, avrà conseguenze sulla nostra tavola per via degli inevitabili aumenti dei prezzi. A questo proposito, Coldiretti lancia l’allarme: “Per garantirsi una adeguata disponibilità di cibo nel tempo l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola”. L’agricoltura, fondamentale per la nostra salute, deve dunque essere preservata, soprattutto in un territorio così ricco ma allo stesso tempo fragile come quello italiano. Un monito anche in vista dell’Expo 2015 di Milano il cui tema è proprio “Nutrire il pianeta energia per la vita”.

Valeria Bellagamba