M5S, #finanziAriabuona: spostare deficit/Pil al 4,4% come la Francia

Finanziaria buona (screen shot sito Beppe Grillo blog)
Finanziaria buona (screen shot sito Beppe Grillo blog)

E’ stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa con tanto di “amate” slide, la legge finanziaria di stampo cinque stelle intitolata la “Finanziariabuona” e che si contrappone alla legge di stabilità del governo Renzi per la quale, tra l’altro, dopo la fiducia in Senato, sono stati presentati 3700 emendamenti di cui 1600 sono stati scartati in quanto estranei alla materie e senza coperture finanziarie e dichiarati “inammissibili” dal presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia.

Ma la proposta sviluppata dal gruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle è stata illustrata da Andrea Cecconi, Giorgio Sorial, Laura Castelli e Barbara Lezzi e contiene elementi che spaziano dalla spesa sociale agli investimenti, partendo dal presupposto di spostare come la Francia il parametro, definito “anacronistico” del 3% sul Deficit/Pil al 4,4% come sostenuto dal governo d’oltralpe per poter liberare risorse.
Al contempo, sottolinea il M5S “si chiede una ridiscussione sui trattati e lo scorporo totale della spesa per gli investimenti dal computo del deficit” per cui viene anche “da segnalare anche la volontà di escludere dal calcolo del Pil le attività illegali”.
Un progetto che parte da un presupposto per cui far valere il peso di una nazione in seno all’Unione Europea e che mira al rilancio delle imprese sbloccando le risorse.

Rispetto alle nuove spese che considerano un totale di 54,3 miliardi di euro vi sono due grandi linee: la prima mira all’introduzione del reddito di cittadinanza, che secondo le stime grava di 20 miliardi di euro, e che come riporta un post sul blog di Beppe Grillo “sostituisce gli inutili 80 euro con il Reddito di cittadinanza che dà dignità ai disoccupati e garanzie il reinserimento nel mercato occupazionale”.
Inoltre si prevede l’abolizione della riforma delle pensioni di Elsa Fornero, ovvero circa 19 miliardi.

Tra le altre misure vi sono l’abolizione Irap micro-imprese fino a 10 dipendenti e fino a 2 milioni di fatturato (costo: 3,5mld), lo scorporo fondi per il dissesto idrogeologico dal Patto di stabilità (costo: 1 mld) “per la manutenzione del territorio massacrato dai cataclismi naturali”, il taglio alle scuole non statali in favore delle pubbliche (con 50 milioni riallocati), la riduzione e rimodulazione tasse universitarie (per un costo di 300 mln), l’introduzione di un regime dei minimi al 5% per il primo quinquennio e poi al 15% per P.Iva che fatturano fino a 40mila euro, l’abolizione Tasi, il potenziamento del trasporto locale, tagli di 2 miliardi di spese militari in favore di quelle sociali, taglia le missioni armate all’estero per 350 milioni, rafforzando la cooperazione allo sviluppo e infine lo sblocco automatismi stipendiali Forze dell’ordine per un costo di 800 milioni.
Per quel che concerne il recupero delle risorse, il M5S chiede di recuperare il piano Cottarelli e di discuterlo in Parlamento al fine di “avviare una vera discussione sulla spending review negli organismi competenti” ed eliminare realmente i cosiddetti “enti inutili”.

In un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, viene evidenziato che la finanziaria mira alla spesa sociale perché “nessuno deve restare indietro”, ma soprattutto investimenti produttivi per far ripartire l’economia e creare nuovi posti di lavoro non attraverso una “legge di Stabilità zeppa di nuove tasse (evidenti e occulte) e lancia una visione alternativa della politica economica che serve al Paese”.
“La #finanziAriabuona è, in questo senso, una manovra di tipo francese, perché prende esempio dai cugini d’Oltralpe nell’obiettivo di riguadagnare l’orgoglio nazionale perduto, di riprendersi la libertà di spesa per il welfare giusto e per gli investimenti produttivi. E detta la linea (rivoluzionaria) a un’Europa anemica, in cui mancano 500 miliardi di investimenti dal periodo pre-crisi”, scrivono i 5stelle sul post, concludendo che “la #finanziAriabuona dice no a un continente guidato da Juncker, il lussemburghese amico degli evasori transnazionali. Dice no all’austerity della moneta unica. Dice no alla dittatura dello spread. Dice sì agli italiani che vogliono riprendere in mano il loro destino”.

C.D.