
Nuova partnership sul nucleare tra Iran e Russia. Gli accordi fra i due paesi riguardano la centrale di Bushehr, città del Golfo Persico, a pieno regime dal 2013. Bisognerà capire quale sarà il peso di questa intesa sugli sviluppi del programma nucleare iraniano. Il consiglio di sicurezza dell’Onu (cinque più uno: Usa, Russia, Cina, Francia, Germania, Regno Unito) vuole il raggiungimento di un accordo con Iran e il tempo sta per scadere. La richiesta Onu è che le operazioni iraniane di arricchimento dell’uranio restino a livelli inferiori a quelli utili per scopi bellici. Sull’argomento, il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabchov si è detto “ragionevolmente ottimista”. I dettagli dell’intesa russo-iraniana prevedono che la Rosatom, agenzia atomica dell’Orso, si occuperà della costruzione di due nuovi reattori per la centrale di Bushehr, con opzione di portarli successivamente a quattro. Ulteriori quattro, per un totale di otto in tutto l’Iran, saranno poi costruiti in altre aree del paese. Location e tempi sono ancora da definire. Si tratta di uno smacco per Stati Uniti e Unione Europea? Forse anche l’Occidente ha i suoi motivi per abbozzare un timido sorriso. Rosatom dovrebbe fornire le barre di combustibile pronto per l’uso (quindi non utilizzabile per scopi militari) e anche lo smaltimento delle scorie nucleari sarà a carico dei russi. Un uranio non trattato in Iran e supervisionato dall’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), che ha approvato l’accordo e controllerà la costruzione dei reattori, è garanzia di sicurezza. Barack Obama, poi, risolto lo scenario iraniano, potrebbe concentrarsi sulla questione siro-irachena. Paradossale che sia proprio Vladimir Putin a fornirgli un assist: al vertice Apec, i due si sono quasi ignorati. Tra Russia e Stati Uniti sta formandosi una nuova distanza che rende difficile una partnership a livello globale. Forse è per questo che Putin, a Pechino, ha curato molto il fronte cinese. Sulla sicurezza, il rapporto con Usa e Ue, difatti, è quasi compromesso.
C.M.