
E’ stato approvato in prima lettura al Senato il testo del ddl che integra le norme sul voto di scambio mafioso (art. 416-ter) già approvate lo scorso aprile, cancellando benefici e sconti di pena ai condannati per scambio elettorale politico-mafioso. Il voto del ddl, licenziato da Palazzo Madama conservando il testo uscito dalla Commissione giustizia, è stato quasi all’unanimità, raccogliendo 234 voti favorevoli, 6 astenuti e nessun contrario.
Intervenendo in Aula, il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd nella Commissione Giustizia, ha spiegato il senso di questo nuovo testo: “Questo disegno di legge che oggi il Senato ha approvato interviene su due punti di sistema dell’articolo 416-ter, completandone l’architettura: si escludono dai benefici penitenziari i condannati per il voto di scambio politico mafioso, misura già prevista per tutta una serie di reati gravi, quali quelli di terrorismo e di grave allarme sociale, compresi i reati di mafia; si modifica il codice di procedura penale per introdurre, nell’elenco dei reati per cui sono attribuite le competenze investigative all’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale del capoluogo del distretto nel cui ambito ha sede il giudice competente, anche lo stesso articolo 416-ter, rendendo così più semplice l’intervento della procura distrettuale antimafia”.
Ha aggiunto Lumia: “L’evoluzione delle mafie è arrivata al punto che oggi sono globalizzate, mentre le antimafie sono localizzate. Per questo stiamo provando a costruire, all’interno dello spazio giuridico europeo, uno specifico spazio giuridico antimafia, perché solo a quel livello potremo intervenire e colpire le mafie che stanno sempre più avanzando anche in Paesi che prima non conoscevano questa presenza”.
L’astensione di Manconi
Tra i pochi astenuti, c’è il senatore Pd, Luigi Manconi, che è anche presidente dell’associazione ‘A buon diritto’, il quale ha voluto spiegare che il ddl è “una norma puramente declamatoria, destinata ad assolvere una funzione solo ed esclusivamente di natura retorica e a trasmettere un messaggio ideologico, simbolico e, alla resa dei conti, vuoto“. Di diverso parere il promotore del provvedimento, il presidente della Commissione Giustizia, Francesco Nitto Palma, secondo il quale è possibile “trovare un’unità d’intenti nel contrasto alla criminalità organizzata quando le norme sono serie e non sono norme bandiera”.
Soddisfatto il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, che ha parlato di “testo equilibrato”, mentre per il Movimento 5 Stelle, Mario Giarrusso, ha voluto evidenziare come “questo unanimismo su questa norma nasconde una realtà che noi andiamo dicendo da mesi: questa norma è completamente inefficace ed inutile perché mesi addietro l’articolo 416-ter è stato reso inefficace ed inutile”.
GM