
Dopo il nuovo accordo sulla legge elettorale ratificato ieri tra Renzi e Berlusconi, tanti i commenti soddisfatti all’interno di Forza Italia. La portavoce dei deputati di Forza Italia, Mara Carfagna, nel corso della trasmissione Porta a Porta, ha sottolineato: “Si è rinnovato un patto i cui obiettivi sono quelli di garantire governabilità e superamento del bicameralismo perfetto così da poter adottare decisioni parlamentari in tempi più rapidi rispetto quelli attuali. Noi continuiamo a voler collaborare”.
La Carfagna ha poi precisato: “Ci sono delle cose che non ci piacciono come ad esempio le soglie di sbarramento basse non perché abbiamo in antipatia Alfano, ma perché rischia di non garantire quella la governabilità che la legge elettorale si pone come obiettivo chiave. Per quanto riguarda il premio alla lista anziché alla coalizione forse rischia di favorire un bipartitismo in un Paese che non è ancora pronto”.
Sempre in Forza Italia, la senatrice Manuela Repetti sottolinea: “L’accordo fra Berlusconi e Renzi è un’occasione imperdibile per modernizzare finalmente l’Italia anche dal punto di vista istituzionale. Ed è un accordo che premia il patriottismo e la lungimiranza politica del Presidente Berlusconi”. A Zapping, in onda su Radio Uno Rai, il deputato e presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera Francesco Paolo Sisto fa notare: “Dal nuovo incontro tra Berlusconi e Renzi emerge la funzione collaborativa e critica di un partito come Forza Italia, forte della sua ritrovata unità di intenti e terapie”.
Più complessa la posizione dell’europarlamentare Raffaele Fitto, che in una nota sul suo blog evidenzia due punti: “Primo. Il punto di partenza è una chiara alternativa sui temi economici, rispetto a una legge di stabilità deludente e incapace di aiutare il Paese a uscire dalla recessione. Da questo punto di vista, il pacchetto emendativo che abbiamo preparato insieme a numerosi colleghi, e che è stato adottato da Berlusconi e Forza Italia l’altra sera, ha il valore di una ‘contromanovra liberale’, rivolta al ceto medio, agli autonomi, alle famiglie, alle imprese, a tutti quanti sono dimenticati o trascurati dall’azione del Governo”.
In secondo luogo, “certamente un grande partito non può chiamarsi fuori dalle discussioni e dal confronto su legge elettorale e riforme istituzionali: sarebbe paradossale e autolesionistico. Ma, allo stesso modo, non possiamo accettare imposizioni irragionevoli. Mi pare che l’esito dell’incontro di ieri tra Renzi e Berlusconi registri questa realtà delle cose, e mostri una fotografia dei nodi che tuttora restano aperti e assolutamente non sciolti”.
Nazareno delle beffe
Ma in Forza Italia c’è chi – come il deputato Maurizio Bianconi – sostiene che “il Patto del Nazareno si è trasformato nel Nazareno delle beffe”. Afferma il parlamentare azzurro: “Ieri l’altro Renzi si è accordato con la sua maggioranza, hanno scritto e firmato. Ieri Berlusconi è’ stato ricevuto separatamente, ha confermato il patto. Per esserci, per non venire cancellato. Poi, per salvare la faccia,si è finto di lasciare due cose in sospeso, in realtà già definite. Non era questo che molti di noi si aspettavano e che permetterà’ al centrodestra di riconquistare il suo elettorato. E chi dice che è stata tenuta la ‘schiena dritta’ dimostra, come nel nostro partito, la locuzione abbia un’interpretazione elastica e soggettiva”.
Prosegue Bianconi: “Noi non siamo disponibili per l’ ‘ammuina’ e faremo il nostro dovere contro il Senato degli imbrogli e contro la legge elettorale dei furbetti, in nome di chi aveva votato centrodestra per opporsi al Pd e al suo segretario e non per diventarne appendice subalterna e insensibile ai veri problemi del Paese (lavoro,emergenze,crisi) ma attentissima ai problemi propri (soglie,premi,liste)”.
Quote rosa
Intanto, la senatrice del Pd Donella Mattesini, mette in luce un altro punto della nuova legge elettorale: “Ottime notizie quelle contenute nella proposte per la nuova legge elettorale per quanto riguarda la presenza delle donne nelle liste dei candidati: 40 % dei capilista e la doppia preferenze rappresentano un importante passo in avanti per un effettivo riconoscimento del ruolo determinante svolto dalle donne nella vita politica del Paese”. Spiega la Mattesini: “La parità di genere nelle istituzioni è un riconoscimento dovuto a quante si impegnano quotidianamente nella vita politica e una spinta perché si estenda ad ambiti più ampi della società e della realtà socio economica del nostro Paese”.
L’ok dei centristi
Dopo le rimostranze arrivate ieri prima che venisse palesato l’accordo tra Forza Italia e Pd sulla legge elettorale, oggi da parte dei centristi che sostengono la maggioranza di governo arriva l’ok a quanto uscito dal vertice; evidenzia Andrea Mazziotti, capogruppo alla camera di Scelta Civica, che la nota “conferma l’impianto dell’accordo di maggioranza formalizzato nel documento di lunedì e la volontà di procedere speditamente. È anche positivo che il presidente del consiglio, contrariamente alle indiscrezioni circolate tutto il giorno, abbia tenuto il punto e confermato gli accordi di maggioranza anche con riguardo alle questioni, come le soglie di sbarramento, sulle quali Berlusconi non era d’accordo”.
Gli fa eco Fabrizio Cicchitto del Nuovo Centrodestra, secondo il quale “esiste una intesa a tre su sbarramento al 40% e sul rapporto fra capilista e voti di preferenza. Sul livello della soglia per l’ingresso in Parlamento c’è’ un diverso parere fra la maggioranza di governo e Forza Italia. Tutto ciò è ragionevole e porterà all’approvazione rapida della legge se non esploderanno dissensi nel Pd o in Forza Italia”. Tiratina d’orecchie agli ex colleghi di partito: “Se al di là dei nomi che ci interessano poco, l’allora Pdl avesse continuato ad appoggiare Letta e poi si fosse unitariamente collocato nel governo Renzi, oggi la forza contrattuale del centrodestra unito sarebbe molto maggiore di quello attuale, cosi profondamente diviso”.
Infine il vicesegretario vicario Udc Antonio De Poli commenta su Twitter: “Avanti con le riforme. Obiettivo principale: preferenze”.
GM