Jobs Act, Scelta Civica: “No a ripensamenti Pd su licenziamenti”

Stefania Giannini e Andrea Romano (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Stefania Giannini e Andrea Romano (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Il premier Matteo Renzi alla volta dell’Australia per il G20 che si terrà questo fine settimana, prima di partire ha messo in subbuglio i partiti della maggioranza aprendo uno spiraglio alla minoranza interna del Pd sul Jobs Act per cui ieri il vicesegretario del partito, Lorenzo Guerini ha annunciato che dopo “un lavoro serio, un confronto di merito, abbiamo definito un punto di incontro sul reintegro per i licenziamenti discriminatori e per i licenziamenti disciplinari”.

“Un punto d’incontro” che però non è piaciuto a Nuovo Centro Destra né tantomeno sembra incontrare la linea di Scelta Civica (Sc).
Infatti, i capigruppo al Senato e alla Camera di Sc, Gianluca Susta e Andrea Mazziotti hanno ricordato in una nota che “la riforma del lavoro costituisce da sempre uno dei punti fondamentali del programma di Scelta Civica, che ha contribuito in modo decisivo – attraverso l’opera di Pietro Ichino – alla preparazione del testo approvato dal Senato”.

“Il Senatore Ichino è l’autore del codice semplificato del lavoro, sul quale si dovrà basare la riforma.
Abbiamo anche sostenuto l’accelerazione del percorso alla Camera, per assicurare che la nuova normativa entri in vigore contestualmente alla Legge di stabilità, in modo da rendere più efficaci gli incentivi alle nuove assunzioni”, prosegue la nota che poi sottolinea che: “Riteniamo pertanto che il Jobs Act debba procedere rapidamente e senza modifiche sostanziali che ne rendano ambiguo il contenuto”.

“Occorre superare una volta per tutte la normativa attuale, incluso l’articolo 18. Per questo non saremo disponibili ad alcuna modifica sostanziale dell’impostazione del provvedimento”, precisano i capigruppo.

“Comprendiamo la necessità per il PD di avere un dibattito su questi temi al proprio interno, ma ci aspettiamo che Matteo Renzi non ceda alle pressioni della sinistra del Partito Democratico, che tenta di tornare a un’impostazione arcaica e superata della disciplina del lavoro”, conclude la nota.

C.D.