
Dall’Australia, dove si trova per il vertice G20 di Brisbane, il primo ministro britannico David Cameron fa sapere che Londra rafforzerà le sue misure antiterrorismo per affrontare la minaccia dell’Isis, autorizzando la confisca dei passaporti delle persone sospette ed impedendo il ritorno di combattenti jihadisti. Prevista una stretta anche sulle compagnie aeree: saranno consegnate loro dalle autorità le liste d’interdizione al volo da rispettare. In caso contrario, non avranno più l’autorizzazione ad atterrare sul suolo britannico. Anche gli Stati Uniti sembrano essere interessati ad allinearsi su questa linea di condotta.
Già ad agosto Londra aveva alzato la soglia d’allerta al secondo livello, per via dei rischi di ritorno dei combattenti da Siria e Iran. A settembre poi, dicendosi ripugnato dal fatto che cittadini britannici avessero dichiarato la propria fedeltà allo Stato islamico, Cameron spiegava che “il passaporto non è un diritto automatico e che il governo assegnerà alla polizia il potere discrezionale di confiscarlo”. Inizialmente indicata come una misura di difficile attuazione, è evidente che ora il primo ministro sta riuscendo a trovare l’accordo con i propri alleati liberal-democratici. “E’ l’unico modo per arginare la minaccia jihadista sul nostro territorio”, ha concluso Cameron.
C.M.