
E’ iniziato questa mattina, alla Corte d’Appello di Taranto, il processo di secondo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, la giovane ragazza di quindici anni di Avetrana uccisa il 26 agosto 2010.
In aula erano presenti la cugina Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, che furono condannate all’ergastolo nell’aprile del 2013, con l’accusa di omicidio volontario, sequestro di persona e concorso in soppressione di cadavere.
In totale, vi sono otto imputati condannati in primo grado tra i quali: lo zio Michele Misseri, marito di Cosima, condannato in primo grado a otto anni per soppressione di cadavere, Carmine Misseri il fratello di Michele e Cosimo Cosma il nipote di Misseri, morto quest’anno e condannati entrambi a sei anni, ma anche Vito Russo jr, ex legale di Sabrina, condannato a due e infine a Giuseppe Nigro, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, con pene comprese tra un anno e quattro mesi e un anno di reclusione per favoreggiamento.
Presente in aula anche la madre della vittima, Concetta Serrano Scazzi.
A metà pomeriggio, la corte di assise di appello di Taranto, presieduta da Rosa Patrizia Sinisi si è ritirata in camera di consiglio per deliberare sulle varie richieste avanzate dalle parti e ha poi deciso di aggiornare il processo al 21 novembre prossimo, data in cui la Corte scioglierà la riserva sulle richieste avanzate dal collegio difensivo: tra cui un nuovo esame psichiatrico di Michele Misseri e che sia ascoltato in aula come testimone in quanto in primo grado si era avvalso, come imputato, della facoltà di non rispondere.
Dal canto suo la procura Generale ha chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare per Sabrina Misseri e Cosima Serrano.
L’avvocato Franco Coppi, uno dei difensori di Sabrina, ha sostenuto che ad uccidere Sarah Scazzi sia stato lo zio Michele Misseri e che il movente del delitto sarebbe quello di natura sessuale, sottolineando che è stato lo stesso Misseri ad averlo ribadito in più occasioni.
Per questo Coppi ha chiesto alla Corte di acquisire la trascrizione del contenuto di una telefonata tra Sabrina e il padre del 6 ottobre 2010, quando Michele Misseri confessò il delitto. E’ stato inoltre chiesto di sentire in aula il titolare di un pub di Avetrana dove, secondo l’accusa, la sera prima del delitto ci sarebbe stato un litigio tra Sabrina e Sarah e infine di acquisire i tre pronunciamenti della Cassazione su ricorsi dei difensori.
Prima dell’udienza l’avvocato Coppi ha riferito ai cronisti dello stato fisico e psicologico della sua cliente: “L’avete vista anche voi. Provate ad immaginare quale possa essere lo stato d’animo di una ragazza che da 4 anni è in carcere da innocente con una condanna di primo grato all’ergastolo”. In merito al processo, l’avvocato ha poi ribadito al temine dell’udienza che Michele Misseri è l’unico colpevole dell’omicidio: “Lo ha dichiarato lui in modo motivato, non andando a spasso o a prendere un caffé al bar”, spiegando che “è vero che ha cambiato versione ma ha sempre spiegato perché lo ha fatto. Alla fine è tornato alla confessione originaria dicendo di essere l’assassino. Non vuole rivelare il movente per ragioni fin troppo comprensibili, dato la natura la causale di questo delitto. Penso che il movente sia di natura sessuale”.
Insomma, Michele Misseri torna sulla versione iniziale. La difesa ha sostenuto che l’arma del delitto impiegata sia stata una corda, laddove Coppi replica che “non è quello il punto: corda o cintura. Ne hanno fatto un capitolo esagerato”.
Al termine dell’udienza, gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, legali della famiglia di Sarah Scazzi hanno commentato che “continua la recita del trasformista”, dicendosi “disgustati di vedere o sentire eventualmente Michele Misseri fare le sue sceneggiate”, in riferimento alla richiesta avanzata dalla difesa di ascoltarlo come testimone. I legali di Scazzi si sono inoltre opposti alla perizia psichiatrica, chiedendo a Misseri di dire “la verità”.
C.D.