
E’ stato condannato dal Tribunale di Milano a 10 mesi di reclusione e a 300 euro di multa, con l’accusa di rapina impropria, il 64enne Renato Vallanzasca, lo storico boss della mala milanese, soprannominato anche ‘il bel René’, la cui avventurosa carriera delinquenziale, fatta di rapine, numerosi sequestri e rocambolesche fughe, ha ispirato letteratura, musica e cinema. Nel corso dell’interrogatorio, Vallanzasca ha esibito ancora una volta il suo personaggio eccentrico, respingendo le accuse e affermando: “Io indosso solo mutande Versace e non mutande da 3 euro. Io non sono uno che crede ai complotti, ma certo quello che mi è accaduto è strano”.
Del resto, nell’ordinanza di revoca della semilibertà, subito dopo il tentato furto delle mutande, i giudici del tribunale di Sorveglianza non esitavano a definire Renato Vallanzasca un uomo dalla “personalità” ancora non “del tutto affrancata da tratti narcisistici nella percezione del sé” sottolineando che il suo arresto è un “grave vulnus al rapporto fiduciario che deve esistere tra il condannato semilibero e gli organi del trattamento”.
I fatti per i quali il bel René è stato oggi condannato risalgono al 13 giugno di quest’anno, quando Vallanzasca tentò di rubare delle mutande in un supermercato. Il suo legale, Debora Piazza, contestò la decisione del Tribunale di Sorveglianza di revocare la semilibertà, sostenendo: “Posso già dire che a mio avviso questa decisione mal si coniuga con i principi rieducativi della pena e della presunzione di innocenza, che sono principi cardine del nostro ordinamento”.
Da parte sua, Vallanzasca si è sempre proclamato innocente.
GM