
Decine di cortei, presidi, sit-in in tutta Italia, indetti dai collettivi e dai sindacati studenteschi aderenti alla Rete della Conoscenza, in occasione dello sciopero sociale di 24 ore proclamato oggi anche da precari, popolo delle partite Iva, centri sociali e sindacati di base come Cobas e Usb. Tanti i momenti di tensione, soprattutto a Milano, dove nei pressi di piazza Santo Stefano, in molti hanno indossato caschetti rossi e sono avanzati protetti da scudi di plexiglass, arrivando a scontrarsi con le forze dell’ordine.
Secondo la versione degli studenti, il corteo sarebbe dovuto terminare in piazza Fontana, ma proprio sulla strada di imbocco erano decine gli agenti schierati in tenuta antisommossa. Gli studenti documentano anche l’utilizzo di gas lacrimogeni che definiscono “vietati da convenzioni internazionali”. Di fronte all’impossibilità di procedere oltre, gli studenti si sono spostati verso l’Università Statale, dove è ora in corso un’assemblea con centinaia di persone provenienti dalle facoltà e dagli istituti medi di tutta la provincia.
Il bilancio degli scontri parla al momento di una decina di giovani che sono dovuti ricorrere all’intervento dei sanitari e contestualmente di tre-quattro contusi tra le forze dell’ordine, in particolare per l’esplosione di una bomba carta. Decine anche le cosiddette azioni di sanzionamento in tutta la Penisola, aventi ad oggetto sedi del Ministero dell’Istruzione, centri per l’impiego, agenzia di lavoro atipico ed enti per il diritto allo studio.
Corteo Fiom
In concomitanza con lo sciopero sociale, a Milano, si è svolto il corteo dei lavoratori in sciopero aderenti al sindacato dei metalmeccanici della Fiom, che ha deciso di tenere due giornate di mobilitazione: quella di oggi al centronord e quella di venerdì 21 al Sud. In testa al corteo, il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, con al suo fianco la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, la quale ha replicato a Matteo Renzi: “La partita non è chiusa, non è un voto di fiducia che cambierà il nostro orientamento, la nostra iniziativa”.
Ha spiegato la Camusso dal palco di piazza Duomo: “Serve una patrimoniale, non bisogna avere paura delle parole. Non si può continuare a tassare in basso, bisogna avere il coraggio di non colpire chi è debole ma chi i soldi ce li ha e non li investe per il Paese”. Quindi ha rilanciato sullo sciopero generale convocato dal suo sindacato: “Per cambiare il Paese, per il lavoro arrivederci al 5 dicembre. Se continuano a cambiare il Paese senza il mondo del lavoro, il mondo del lavoro starà sempre nelle piazze a chiedere il cambiamento”.
“Dov’è oggi il governo Renzi, solo a parlare con gli imprenditori con le fabbriche vuote, o vuole stare anche dalla parte dei lavoratori?“, ha chiesto invece retoricamente Maurizio Landini nel corso del suo intervento, aggiungendo poi: “Serve una visione, una nuova politica industriale, anche un intervento pubblico nell’economia“. Secondo Landini, “questo non è uno sciopero contro le altre organizzazioni sindacali” e ha invitato a fare attenzione che “oggi nelle fabbriche non hanno scioperato solo i lavoratori della Fiom ma anche quelli iscritti ad altri sindacati“.
“Basta divisioni”, ha intimato Landini, “andiamo avanti insieme perchè divisi siamo conigli uniti siamo tutto, come dice il mio concittadino Prampolini“. Quindi ha concluso il suo ragionamento: “Questo è un Paese che non ha bisogno di ulteriori divisioni, è già abbastanza lacerato, vogliamo unire le persone e quelli che oggi sono scesi in piazze diverse da noi sono un fatto nuovo“.
Disagi da Nord a Sud
Ovunque, da Nord a Sud, si registrano non pochi disagi: una delle situazioni più critiche è quella di Padova, dove sono cinque gli agenti feriti negli scontri, tra cui il capo della squadra mobile Marco Calì, che ha ricevuto un colpo alla testa. Da parte dei centri sociali, in piazza insieme a collettivi studenteschi, Usb e Cobas, si replica parlando invece di “vergognose e ingiustificate cariche della celere contro il diritto di sciopero“. Tra i bersagli della protesta, vi sono le prime scelte del sindaco leghista della città, Massimo Bitonci, eletto in primavera e già firmatario di ordinanze osteggiate dai movimenti sociati attivi a Padova.
Sono quattro i cortei organizzati da Cgil e Fiom a Genova, a cui si aggiunge quello della rete aderente allo sciopero sociale; nel corso della protesta non sono mancati riferimenti alle recenti alluvioni che hanno messo in ginocchio Genova e l’intera Liguria. Anche a Torino, tante le sigle aderenti: oltre ai sindacati di base, ci sono gli attivisti No Tav, gli universitari di Studenti Indipendenti e Alter.polis, oltre ai collettivi degli studenti medi. A Bologna, in piazza anche gli studenti del Collettivo Universitario Autonomo.
In piazza a Bari anche i precari dei vigili del fuoco, che chiedono al governo Renzi: “Siamo in 400, tutti precari: ci hanno solo preso in giro dicendo che ci avrebbero assunti tutti ma ora come mandiamo avanti la famiglia?”. A Napoli, infine, dove – come del resto in tutta Italia – sono previste azioni lungo tutto l’arco della giornata, sono in migliaia le persone scese in piazza oggi, con gli organizzatori che parlano di 12mila attivisti in marcia di protesta contro il Jobs Act.
Roma: occupato Colosseo
20mila le persone che sono in corteo a Roma, tra loro studenti, precari, attivisti dei movimenti sociali e per il diritto all’abitare, oltre a Cobas e Usb; questi ultimi hanno inscenato una clamorosa protesta: una trentina di militanti del sindacato di base, infatti, sono saliti sui ponteggi di restauro intorno al Colossero, srotolando uno striscione, “No alla privatizzazione del Trasporto pubblico locale”, solidarizzando inoltre con Ilario Ilari e Valentino Tomasone, i due autisti di bus sospesi dalla società di trasporti per aver reso dichiarazioni ritenute contro l’azienda a una trasmissione televisiva.
Un fitto lancio di uova e vernice, ma senza alcuna carica, si è registrato di fronte al Ministero dell’Economia, mentre in molti parteciperanno al Tufello alla manifestazione antirazzista indetta contro la presenza di Lega Nord e Casa Pound, che si ritiene stiamo cavalcando e manipolando una certa ondata xenofoba nelle periferie della Capitale.
GM