
La crisi delle periferie è un argomento che per molti anni ha interessato esclusivamente le capitali nord europee: un caso non solo politico dal punto di vista dell’integrazione ma anche socio-antropologico per cui vengono studiate nuove strategie per trovare equilibri nella gestione di quei territori dove regna in parte l’anarchia dovuta allo stato di abbandono da parte delle istituzioni.
Oltre a ciò come ha ben ricordato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muizniks, che ieri ha espresso preoccupazione per la situazione a Tor Sapienza a Roma, entrano in campo anche la tutela dei diritti umani. Infatti, nel caso specifico, Muizniks ha spiegato che si tratta di persone che sono richiedenti asilo politico tanto che ha sostenuto che “questi attacchi sono il risultato dell’immagine distorta sugli immigrati che predomina in Italia e nelle politiche messe in atto che non rispettano pienamente i loro diritti”.
La sfilata dei politici a Tor Sapienza
Eppure sul tema piuttosto che affrontare la problematica seriamente, molto spesso questi eventi, come nel caso di Tor Sapienza vengono sfruttati dai partiti politici che cavalcano l’ondata dello sdegno popolare per incassare voti. Così nel quartiere periferico di Roma hanno sfilato Giorgia Meloni, Mario Borghezio e lo stesso leader della Lega Nord, Matteo Salvini , reduce della disavventura bolognese, che ci riprova a Roma, annunciando che si recherà a Tor Sapienza, a riflettori spenti.
Ma ieri sul posto è giunto anche il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, sollevando nuove critiche per cui si sarebbe presentato solo dopo quattro giorni dall’inizio dell’esplosione della rabbia nel quartiere.
Lui si è giustificato replicando che non si era recato a Tor Sapienza per motivi di sicurezza.
E ieri, il Sindaco capitolino ha ricevuto il ben servito ed è stato accolto da fischi. Elegantemente il Sindaco ha commentato ai cronisti di aver ricevuto le richieste dei residenti del quartiere e che metterà in moto tutte le forze per risolvere la questione.
“Solo chi vive sulla luna può aspettarsi che in quartieri in difficoltà non ci siano contestazioni. Io ho la volontà di metterci la faccia e la voglia di ascoltare chi sfoga il proprio disagio. Penso che esistano due tipi di politici, quelli che si fanno vedere solo per raccogliere voti e sfruttare il disagio sociale, oltre a organizzare il dissenso mentre passa il sindaco, e chi invece quel disagio lo vuole ascoltare per risolvere insieme ai suoi cittadini i problemi”, ha dichiarato Marino, raccontando di aver “parlato e sono in contatto con persone come Manlio, Angelo, Marcello e altri, volevo vederli già domani, loro mi hanno chiesto di riunirci martedì. E così faremo, per avviare un drastico percorso di recupero di un quartiere praticamente abbandonato da quando è stato costruito”.
Gestione periferie metropolitane
Il problema non è solo scaturito dalla presenza sempre più crescente di immigrati, con ben due centri di accoglienza, due campi nomadi, tra i quali uno stanziale e un altro abusivo, come hanno ricordato i rappresentanti del Comitato di quartiere di Tor Sapienza. La questione in realtà è molto più amplia e coinvolge temi attinenti alla gestione comunale: ovvero, lo stato di abbandono del quartiere dove spesso e volentieri non vengono svuotati i cassonetti dell’immondizia, la crescente prostituzione e il conseguente degrado del quartiere con la crisi economica che ha portato alla chiusura di numerose attività commerciali e industriali e in ultimo alla chiusura di un commissariato della polizia che fa si che non vi sia più un adeguato sistema di controllo per la sicurezza.
Lo stesso Tommaso Ippoliti, presidente del comitato Tor Sapienza aveva dichiarato: “La tensione è alle stelle. Da anni questa borgata è stata abbandonata, non si può uscire la sera e ultimamente le aggressioni e i furti sono aumentati. Qualche giorno fa una ragazza che portava a spasso il cane è stata molestata nel parco in pieno pomeriggio. Come comitato prendiamo le distanze dagli episodi di violenza della scorsa notte, ma la gente è giustamente esasperata. Chiediamo più sicurezza”.
Tanto che il caso è anche apparso sui media esteri come il Dailybest che per ricontestualizzare la situazione scrive che si “tratta di un quartiere che potrebbe essere meglio definito come splendore sbiadito, con edifici una volta eleganti e lussureggianti giardini lungo viali alberati. Un quartiere costruito nel 1920 e oggi in gran parte messo in ombra da capannoni industriali e abbandonati che spuntavano lungo la linea ferroviaria dopo la seconda guerra mondiale”, sottolineando che “recentemente, dal 1980 in poi, sono spuntati file di blocchi di abitazioni in cemento”.
Per cui, scavando nella realtà, dietro ai riflettori dei media sensazionalistici che sfruttano il tema del razzismo, il disagio si rivela molto più endemico e potrebbe anche essere visto nell’ottica di una cattiva gestione decennale, fatta di concessioni edilizie senza un piano urbanistico che abbia considerato tutte le sfaccettature, a partire dall’idea di edificare quartieri “getto” per andare incontro alle esigenze dei costruttori non solo romani. Non a caso, in molti quartieri romani sono stati violati anche gli accordi per cui a tale concessione veniva imposto la creazione di reti stradali per permettere la viabilità e i collegamenti dei trasporti pubblici.
Un problema che non riguarda solo Roma, ma molte altre città italiane dove sono stati concessi permessi per edificare senza un controllo. Non a caso, proprio a Genova, città natale del Sindaco Marino, al quale viene tra l’altro rinfacciato il fatto che non sia di Roma per cui non a conoscenza delle problematiche della capitale, gli edifici sono crollati, le strade sono state allegate. Cosa dire allora della gestione dell’ex sindaco Gianni Alemanno, romano di nascita, il quale come ben emerso dalle scorse elezioni, non è stato rivotato?
Alfano e Boldrini su Tor Sapienza
Cauto il ministro dell’Interno Angelino Alfano che senza fare nomi ha lanciato ieri un messaggio: “I sindaci stiano più attenti, perché non si possono mandare decine e decine di migranti dove già ci sono i rom”.
“Il tema periferie non può essere affrontato con leggerezza e improvvisazione. Ci sono quartieri di Roma già colpiti da mille emergenze: servizi carenti, emarginazione, degrado. Il compito delle istituzioni è non esasperare queste situazioni. Non si possono scaricare altri problemi sui quartieri che ne hanno già troppi”, sostiene Alfano in un’intervista, spiegando che “i sindaci devono stare più attenti. Si rischia di innescare una guerra tra poveri. I romani, come gli altri italiani, non sono razzisti ma sono stanchi. E c’è chi invece è razzista e specula sulla stanchezza dei romani”.
“Certi conflitti tanto più si verificano quanto più i territori sono fragili e non consentono alle persone di vivere in condizioni dignitose”, ha invece affermato la presidente della Camera Laura Boldrini a La Stampa.
“In effetti non è la prima volta. È capitato anche in passato. Ho lavorato per quindici anni con i rifugiati e so come funziona. Quando ero all’Alto Commissariato venivamo coinvolti dalle amministrazioni locali perché era necessario il nostro ruolo terzo per arrivare a una mediazione più semplice. Di sicuro, questo di Tor Sapienza è una caso in cui l’intermediazione è necessaria. Anzi, se fosse costante non ci sarebbe alcuno sfogo violento. Mi viene in mente, per esperienza personale, il caso di Castel Volturno, dove i casalesi uccisero sette migranti davanti a una sartoria. Allora il ruolo dei sindacati e della Caritas fu importante. L’intermediazione fa parte della democrazia. Ci deve essere sempre una forza cuscinetto. Altrimenti si va allo scontro diretto”,ha poi aggiunto Boldrini, affermando che “avere trasferito 45 ragazzi da Tor Sapienza non ha fatto vincere nessuno”.
“I territori fragili – prosegue Boldrini- non possono essere portati all’esasperazione. Ogni peso aggiuntivo può essere la goccia che fa traboccare il vaso. I ragazzi spostati da Tor Sapienza non hanno avuto alcun ruolo nell’episodio di tentata violenza che ha scatenato la rivolta. Li hanno fatti diventare i capri espiatori di una situazione difficile. Ma il sindaco Marino ha detto di avere avviato una piano di riqualificazione del quartiere dal punto di vista sociale e della sicurezza”.
“La sicurezza deve essere garantita a tutti – osserva Boldirni – A loro e ai profughi. È un diritto universale. Non possiamo dare solo messaggi che creano insicurezza. E quando accogliamo una persona non possiamo limitarci a dargli un tetto. Dobbiamo costruire la sua autonomia.
“Lo ripeto. Serve sicurezza per tutti. E serve onorare l’articolo dieci della Costituzione e i nostri padri costituenti. Diversamente restiamo succubi di un populismo che finisce per divorare il nostro dna”, ha poi concluso la presidente della Camera.
Marino convocato dal Pd
Secondo le indiscrezioni, prima che il sindaco sia travolto dalla bufera, il Partito Democratico avrebbe intenzione di convocare Marino. Il vicesegretario Lorenzo Guerini intenderebbe inviare un messaggio al Sindaco affinché “azzeri la giunta” per ripartire. Tra le ipotesi vi potrebbe anche quella di tornare al voto.
Oltra alla convocazione al Pd, il sindaco potrebbe anche essere chiamato nei prossimi giorni a Palazzo Chigi per “rendere conto della situazione”.
C.D.