Appello del Papa: “Basta violenze nelle periferie romane”

Papa Francesco all'Angelus (VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
Papa Francesco all’Angelus (VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)

“Sono fatti che accadono in diverse città europee, specialmente in quartieri periferici segnati da altri disagi”: queste parole ha usato Papa Francesco nel corso dell’Angelus in Piazza San Pietro, facendo riferimento alle “tensioni piuttosto forti tra residenti e immigrati” nelle periferie romane, in particolare a Tor Sapienza. Il Pontefice ha quindi invitato le istituzioni “ad assumere come priorità quella che ormai costituisce un’emergenza sociale e che, se non affrontata al più presto e in modo adeguato, rischia di degenerare sempre di più”.

“La comunità cristiana si impegna in modo concreto perché non ci sia scontro, ma incontro” – ha detto Papa Francesco – “Cittadini e immigrati, con i rappresentanti delle istituzioni, possono incontrarsi, anche in una sala della parrocchia, e parlare insieme della situazione. L’importante è non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza. E’ possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e in questo modo superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica ed inclusiva”.

“Gesù non ci chiede di conservare la sua grazia in cassaforte”, ha spiegato poi il Pontefice, secondo cui Cristo “vuole che la usiamo a vantaggio degli altri. Tutti i beni che noi abbiamo ricevuto sono per per darli agli altri e così crescono. È come se ci dicesse: ‘Eccoti la mia misericordia, la mia tenerezza, il mio perdono: prendili e fanne largo uso’. E noi che cosa ne abbiamo fatto? Chi abbiamo ‘contagiato’ con la nostra fede? Quante persone abbiamo incoraggiato con la nostra speranza? Quanto amore abbiamo condiviso col nostro prossimo? Sono domande che ci farà bene farci. Qualunque ambiente, anche il più lontano e impraticabile, può diventare luogo dove far fruttificare i talenti”.

La forza della Riconciliazione

Sul Sacramento della Riconciliazione, Papa Francesco ha invitato: “Non teniamolo chiuso in noi stessi, ma lasciamo che sprigioni la sua forza, che faccia cadere quei muri che il nostro egoismo ha innalzato, che ci faccia fare il primo passo nei rapporti bloccati, riprendere il dialogo dove non c’è più comunicazione”. Il Signore, ha concluso il Pontefice, “ci conosce personalmente e ci affida quello che è giusto per noi; ma in tutti ripone la stessa, immensa fiducia. Dio si fida di noi. Dio ha speranza in noi. E questo è lo stesso per tutti. Non deludiamolo! Non lasciamoci ingannare dalla paura, ma ricambiamo fiducia con fiducia!”.

Infine, un riferimento alla Vergine Maria, che “incarna questo atteggiamento nel modo più bello e più pieno. Ella ha ricevuto e accolto il dono più sublime, Gesù in persona, e a sua volta lo ha offerto all’umanità con cuore generoso”.

 

GM