I motivi di questa triste situazione, sono frutto della crisi economica di cui la Grecia è stata la vittima più colpita in Europa: lo Stato non ha i fondi necessari per retribuire un personale sufficiente a gestire l’istituto in modo dignitoso e le sei operatrici (appena due per ogni piano della struttura) non hanno a disposizione soluzioni migliori che chiudere i bambini in gabbia: lasciati liberi e senza controllo c’è il rischio continuo che si facciano male da soli.
Un membro del MDAC (Mental Disability Advocacy), Steven Allen, ha duramente attaccato i responsabili della situazione: “Le gabbie sono lì per proteggere il personale non i bambini – spiega Allen -. Si basano su un modello di cura coercitivo e rendono le persone con disabilità facili da gestire, ma non li trattano come esseri umani con diritti. Essere tenuti in una gabbia è davvero dannoso per la salute psicologica dei pazienti, non ha alcun valore terapeutico e può essere fisicamente pericoloso. Ci sono stati casi, altrove, in cui le sbarre delle gabbie sono cadute e hanno causato la morte dei pazienti”.
Sempre secondo Allen, in Europa vengono usati letti a gabbia in Repubblica Ceca e in Romania. Il ministro del Welfare in Grecia, Efi Bekou, scarica le responsabilità sulla Troika: gli accordi con la triade UE-BCE-FMI impongono alla Grecia una moratoria sull’assunzione di nuovi dipendenti. Secondo il ministro Bekou non è possibile, ad oggi, dare “una data entro la quale i bambini saranno trasferiti da questo istituto”.
MD