
«Non trasmettete il video». I genitori di Peter Kassig lanciano un appello ai media chiedendo che non diffondano il video dell’Isis nel quale viene mostrata la decapitazione di loro figlio. «La famiglia chiede rispettosamente agli organi di informazione di evitare di cadere nel gioco dei sequestratori e di astenersi dal pubblicare o trasmettere foto o video distribuiti dai sequestratori»,afferma la famiglia Kassig in un comunicato. «Preferiamo che su nostro figlio si scriva e sia ricordato per il suo importante lavoro e per l’amore che condivideva con la famiglia e gli amici, non nel modo in cui i sequestratori vorrebbero usarlo per manipolare gli americani e diffondere la loro causa» ha detto non appena appresa la notizia la famiglia dell’ostaggio Usa, riferendo di essere in attesa della conferma ufficiale dell’autenticità del video. Conferma pervenuta poche ore fa da un funzionario di Washington – Dal proprio account Twitter David Cameron è stato tra i primi a rilasciare una dichiarazione, dicendosi « inorridito dall’assassinio a sangue freddo» dell’ostaggio americano «L’isis ha mostrato ancora una volta la sua depravazione. I miei pensieri vanno alla famiglia» della vittima» ha aggiunto. L’assassino di Peter Kassig sembra essere quel Jihadi John autore delle precedenti decapitazioni sotto il vessillo nero dell’Isis. Su di lui David Cameron ha detto: «Deve affrontare la giustizia». La Farnesina in giornata ha diffuso una nota: «Il Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni ha accolto con profondo sdegno la notizia della decapitazione dell’ostaggio americano Peter Kassig». Il Ministro ha aggiunto in seguito«Le mie condoglianze e la mia solidarietà vanno alla famiglia della vittima e al governo e al popolo americani». Proprio oggi a conclusione del G 2O a Brisbane, poche ore prima che lo Stato Islamico diffondesse il video con la decapitazione di Kassig, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarava, che Bashar al Assad «non ha nessuna legittimità» in Siria. Allearsi con lui indebolirebbe la colazione contro l’Isis e spingerebbe i siriani sunniti a sostenere sostenere lo Stato Islamico. Nel dare seguito alla strategia delineata dall’Amministrazione Obama gli Usa avrebbero accolto la proposta della Turchia che chiedeva di equipaggiare e addestrare i ribelli moderati siriani contro Assad. I funzionari delle forze armate Usa e turche avrebbero pertanto pianificato l’addestramento di circa 2.000 ribelli dell’opposizione siriana presso il centro di formazione militare di Hirfanli, nella provincia di Kırşehir, in Turchia. Un progetto che sembra ben avviato: ufficiali dei due Paesi si sono incontrati sabato nel quartier generale di Ankara per la terza volta per discuterete sulla logistica e le modalità di addestramento.
ADB