Crisi: il Giappone torna in recessione

Economia Giappone (YOSHIKAZU TSUNO/AFP/Getty Images)
Economia Giappone (YOSHIKAZU TSUNO/AFP/Getty Images)

Anche l’economia del Giappone entra in crisi. Nel terzo trimestre (luglio-settembre) del 2014 il Pil giapponese ha perso lo 0,4% rispetto al trimestre precedente e ben l’1,6% su base annua. Il Pil è diminuito per il secondo trimestre consecutivo, fatto che porta il Giappone nuovamente in recessione. Un dato largamente inatteso, che ha sorpreso gli analisti che invece si aspettavano una crescita del Pil dello 0,2-0,3% su base congiunturale e del 2,4-2,5% su base annua. Nel secondo trimestre il Prodotto interno lordo giapponese era sceso dell’1,9% su base congiunturale e del 7,3% su base annua (dati rivisti dalle iniziali stime, rispettivamente, a -1,8% e -7,3%).

La notizia del nuovo calo del Pil ha fatto crollare la Borsa di Tokyo e lo yen. L’indice Nikkei ha chiuso a -2,96%, mentre lo yen è sceso ai minimi rispetto al dollaro, che è volato a 117 yen, il valore più alto da ottobre 2007.

Tra le cause dell’arretramento dell’economia giapponese ci sarebbe anche l’aumento dell’Iva dal 5% all’8%, introdotto lo scorso aprile, che avrebbe avuto effetti recessivi maggiori di quanto previsto. Il ministro delle Politiche economiche e fiscali Akira Amari ha ammesso che l’impatto dell’Iva “è stato più grande delle attese”. Un ulteriore rialzo dell’imposta al 10% era stato previsto per ottobre del 2015, la decisione sul rinvio o la conferma sarà data nei prossimi giorni, ha detto il ministro. Secondo Amari, la caduta del Pil è dovuta “alla lenta ripresa dei consumi e della rettifica delle scorte”.

Elezioni anticipate in vista

Per il Primo Ministro Shinzo Abe la nuova recessione del suo Paese rappresenta un duro colpo, che accelera la convocazione delle elezioni politiche anticipate, già attese. Secondo la stampa giapponese l’annuncio dovrebbe essere imminente e la data delle elezioni potrebbe essere fissata già al 14 dicembre prossimo.
Per Shinzo Abe potrebbe trattarsi del fallimento della sua politica economica, nota anche come “Abenomics”. Il Giappone era uscito dalla recessione alla fine del 2012, prima che Abe tornasse nuovamente in carica come Primo Ministro. Durante il suo governo Abe ha tentato di rilanciare l’economia del Paese agendo su tre fronti: una politica monetaria espansiva, stimoli fiscali e riforme strutturali. Nel 2013 il Pil del Giappone era cresciuto dell’1,5%, grazie alla politica monetaria accomodante della Banca centrale nipponica, la Bank of Japan. Il Giappone, come gli Stati Uniti e contrariamente all’Europa, aveva deciso di far fronte alla crisi con una forte immissione di liquidità nell’economia.

I risultati però non sono quelli sperati e ora le frecce a disposizione di Abe sono davvero poche. Gli stimoli all’economia devono infatti fare i conti con uno dei debiti pubblici più alti al mondo, pari al 200% del Pil.

V.B.