Legge di Stabilità: i soldi delle bollette nelle casse del Tesoro

Pier Carlo Padoan (JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)
Pier Carlo Padoan (JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)

Parte dei soldi versati dagli italiani per le bollette potrebbe andare nelle casse del Ministero dell’Economia. E’ quanto rivela il quotidiano Repubblica, prendendo in esame un emendamento alla legge di Stabilità in discussione alla Commissione bilancio della Camera. Si tratta dell’emendamento 34.2, un “segnalato”, scrive Repubblica, ovvero uno di quegli emendamenti che sono passati attraverso la tagliola che viene fatta di prassi e che quindi molto probabilmente sarà approvato. L’emendamento prevede che i fondi della Cassa conguaglio per il settore elettrico (Ccse) vengano trasferiti quasi tutti, tranne un 3%, nel conto corrente dello Stato italiano, chiamato sistema di Tesoreria unica e gestito dal ministero dell’Economia. La Cassa conguaglio per il settore elettrico raccoglie i soldi delle bollette pagate dagli italiani. In sostanza, se l’emendamento venisse approvato gli italiani finanzierebbero le casse dello Stato con il conguaglio delle bollette.

I fondi della Cassa ammontano a circa 14 miliardi di euro. Di questi, 9 miliardi provengono dal Gestore dei servizi energetici (Gse) sul quale la Ccse ha il controllo. Queste risorse sono destinate a finanziare il fotovoltaico, a scontare le bollette per i redditi bassi e per coloro che hanno in casa macchinari energivori indispensabili per la salute, a conguagliare le piccole società elettriche delle isole minori, come ad esempio Lampedusa. I fondi servono inoltre per compensare le imprese del settore elettrico quando gli incassi non sono sufficienti a coprire i costi, una circostanza abbastanza usuale dato che con la crisi economica diminuisce il consumo di elettricità.

La Cassa conguaglio per il settore elettrico viene alimentata in modo continuo, poiché che i soldi vengono dalle bollette che gli italiani pagano regolarmente. Qualora l’emendamento alla legge di Stabilità dovesse essere approvato, queste risorse passerebbero dalla Cassa Ccse, che è un ente pubblico non economico, al Ministero dell’Economia, il quale proprio sulla Cassa esercita la vigilanza, insieme all’Autorità per l’energia elettrica.

I nuovi fondi che verrebbero trasferiti alla Tesoreria unica porteranno ad una “minore emissione di titoli del debito pubblico” e garantiranno “un risparmio complessivo per il bilancio dello Stato, conseguente ai minori oneri per interessi pagati”. E’ quanto scrive la Ragioneria dello Stato nella relazione tecnica alla legge di Stabilità, commentando l’articolo 34 che prevede un’operazione simile per le sole Camere di Commercio. In questo caso, nelle casse dello Stato confluirebbero 850 milioni di euro nel 2015, portando ad un risparmio di 15 milioni all’anno. Nel caso dei 14 miliardi della Cassa conguaglio per il settore elettrico (Ccse) lo Stato realizzerebbe molto di più.

Repubblica avrebbe dunque scoperto un trucchetto contabile nelle pieghe della Legge di Stabilità che consentirebbe allo Stato di riempire le proprie casse vuote, prelevandole dal denaro destinato al settore elettrico e dell’energia.

V.B.