Pace fatta tra Renzi e Juncker, al lavoro sugli investimenti europei

I leader di Europa e Usa al G20 di Brisbane (ALAIN JOCARD/AFP/Getty Images)
I leader di Europa e Usa al G20 di Brisbane (ALAIN JOCARD/AFP/Getty Images)

Dopo i battibecchi che hanno fatto da sfondo all’entrata in carica di Jean-Cluaude Juncker come nuovo presidente della Commissione europea, sembra ora pace fatta tra Matteo Renzi e Juncker. L’occasione è stata quella del G20 di Brisbane in Australia, dove i grandi della Terra hanno insistito sull’importanza del rilancio della crescita mondiale e Juncker ha ribadito l’impegno della Commissione Ue a stanziare 300 miliardi di euro in investimenti in Europa entro la fine dell’anno. Proprio quello che il premier italiano voleva sentirsi dire. Non solo, il presidente della Commissione Ue ha anche inviato una lettera all’Italia in cui promette che farà di tutto per voltare pagina in Europa e mettere in atto un piano per la crescita economica.

Nell’ambito del G20 Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker si sono incontrati e hanno discusso del nuovo piano di investimenti Ue. Il premier italiano ha poi detto ai giornalisti che “nei prossimi giorni sarà lo stesso Junker ad informare e dare dettagli del piano di investimenti europei che sta preparando”. A sorpresa, Renzi ha dichiarato: “Jean-Claude è un politico, non è un tecnico. Con lui possiamo intenderci“. Rientrano così le polemiche e le accuse di tecnocrazia e burocrazia rivolte nelle ultime settimane alle istituzioni europee. “Non è il mio modello”, ha riconosciuto il premier italiano, “ma non ha senso chiederne le dimissioni dopo tre settimane”. Il riferimento è allo scandalo LuxLeaks sugli accordi fiscali segreti di favore stretti tra il Lussemburgo e le multinazionali, quando Juncker era Primo Ministro del Granducato. Del resto, lo scontro non conviene né a Juncker, che in seguito allo scandalo LuxLeaks è stato messo ai ferri corti dai socialisti del Parlamento europeo, di cui gli italiani costituiscono il gruppo maggiore, né a Renzi, che aspetta il giudizio definitivo della Commissione Ue sulla legge di Stabilità e che con il peggioramento dei dati su deficit e Pil dell’Italia potrebbe andare incontro al rischio della richiesta di nuove misure correttive da parte di Bruxelles. Tra i due pertanto è tregua. Il primo segno di pace è arrivato proprio da Juncker che ha scritto a Renzi, in qualità di presidente di turno dell’Unione europea, una lettera contenente l’invito alla collaborazione istituzionale, accompagnata da un ambizioso piano in dieci punti per rilanciare crescita e competitività in Europa.

Al vertice di Brisbane, tuttavia, il presidente della Commissione Ue non ha potuto evitare la condanna dei grandi della Terra sulle politiche fiscali del Lussemburgo. Il documento finale del G20, infatti, stigmatizza le esenzioni fiscali occulte offerte alle multinazionali dal Lussemburgo, risalenti all’epoca in cui Juncker era premier e Ministro delle Finanze del Paese. Per il neo presidente della Commissione europea non si tratta certo di un debutto esaltante ad un vertice internazionale e la sua credibilità ne esce ulteriormente offuscata.

V.B.