Stretta sui vitalizi: ex consiglieri annunciano ricorso

Regione Lazio (screen shot youtube)
Regione Lazio (screen shot youtube)

Stretta sui vitalizi in quattro Regioni in base a quanto stabilito il 10 ottobre dalla conferenza dei 20 consigli regionali italiani: in molti, circa 3.200 ex consiglieri hanno annunciato di fare ricorso con un messaggio inviato al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano nella quale minacciano di portare la questione fino alla Corte costituzionale, in quanto si tratta di un “diritto acquisito” che non possono essere toccati da normative successive.

Infatti, alla conferenza delle regioni era stato deciso l’innalzamento da 50 a 65 anni, l’età necessaria per avere accesso all’assegno di fine mandato e una mini-tassa di alcune centinaia di euro, tipo contributo di solidarietà, su quelli già erogati. Solo nel Lazio, la spesa era di circa 20 milioni di euro, pari ad un terzo del costo complessivo del consiglio e il nuovo adeguamento introduce anche un taglio fino al 40% per chi percepisce anche vitalizi da parlamentare italiano o europeo.
Secondo le stime, il Lazio, nel 2015 risparmierà circa 5 milioni di spesa prevista. Mentre Lazio, Lombardia, Molise e Trentino hanno già applicato in legge quanto deciso in conferenza, Piemonte, Campania e Toscana stanno preparando la nuova norma.

Il vitalizio consiste in 5100 euro netti al mese che posso essere destinati a 41 anni di età per aver superato i 20 anni di consiliatura.
Il Messaggero ha riportato un commento del giurista Pietro Ichino, che sul suo blog ha ricordato che “il diritto a una pensione legittimamente attribuita (in concreto e non potenzialmente) – se non può essere eliminato del tutto da una regolamentazione retroattiva che renda indebita l’erogazione della prestazione”.
“La sentenza 446/2002 della Consulta parla chiaro, il legislatore può – al fine di salvaguardare equilibri di bilancio – ridurre trattamenti pensionistici già in atto che se non possono essere eliminati possono subire gli effetti di discipline più restrittive introdotte non irragionevolmente”, ha però poi precisato Ichino.

C.D.