
Proseguono senza sosta le indagini per capire chi ha ucciso Elena Ceste. Ogni minimo particolare è utile a questa complicata indagine e da quello che trapela dagli esami effettuati sulla vittima, la mamma di Costigliole d’Asti, la mattina del 24 gennaio, quando scomparve da casa, non avrebbe assunto nè psicofarmaci, nè alcol, nè stupefacenti, nè sostanze tossiche.
Gli investigatori al momento non confermano, ma il primo screening del team di medici legali incaricati dal pm di Asti Laura Deodato (per sembra aver chiarito uno degli aspetti importanti dell’indagine, come aveva già comunque confermato, con le sue testimonianze il medico di famiglia Mario Gozzellino, che non aveva mai firmato una sola ricetta per farmaci anti-depressivi o altro.
“E’ un dato di grande interesse – riporta la stampa.it – perchè esclude anche l’ipotesi di un tentato suicidio finito in tragedia, attraverso un overdose di psicofarmaci; l’altro esame, fondamentale, riguarda la presenza delle diatomee, alghe unicellulari, nel corpo della donna; se fosse accertata la loro presenza nelle ossa o nei pochi tessuti non completamente decomposti, significherebbe che Elena Ceste è morta annegata nei 25,30 centimetri d’acqua del Rio Mersa nel comune di Isola d’Asti. Al contrario vorrebbe dire che Elena aveva cessato di vivere per altre cause e il suo corpo nascosto la volta di cemento, ricoperto di fango e arbusti, dove è stato ritrovato, quasi per caso, la mattina del 18 ottobre.”
Franco Romanazzi, medico legale di Alba, ha scelto per questo esame, la procedura più complessa, l’analisi delle ossa.
Tracce di diatomee infatti, possono ritrovarsi in tutti gli organi principali, oltrechè nei polmoni o nel cervello. Sempre La Stampa.it – conferma che non ci sono tracce di violenza sui resti; le ossa sono integre, nell’addome – saponificato – non risultano ferita da arma da fuoco o da taglio. Mentre è impossibile accertare se la donna sia stata strangolata o soffocata; le cartilagini del collo, infatti, si sono letteralmente dissolte.
MD