
E’ un bilancio pesantissimo quello che è stato tracciato dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi sulla crisi economica mondiale che ha travolto anche l’Italia: “Dal post Lehman (il tracollo della banca statunitense Lehman Brothers nel 2008, ndr) ad oggi il Paese ha bruciato quasi un quarto della propria capacità produttiva, più di 80.000 imprese di trasformazione sono scomparse. Abbiamo perso più di un milione di posti di lavoro“, ha detto Squinzi parlando all’inaugurazione dell’anno accademico del collegio universitario Lamaro Pozzani dei Cavalieri del Lavoro.
Il presidente di Confindustria ha anche puntato il dito contro l’industria italiana “malata”: “I suoi mali sono antichi e si sono via via aggravati nell’allargarsi della competizione globale”, ha affermato. Squinzi ha parlato anche della grande preoccupazione che colpisce in questo momento l’Italia, facendo una sorta di mea culpa sul senso di abbandono e sfiducia che è stato finora trasmesso ai giovani. Agli studenti ha rivolto l’invito a restituire all’Italia il peso che merita. Quindi ha elencato le caratteristiche del nostro sistema industriale: “L’Italia resta la seconda manifattura europea (dopo quella tedesca, ndr) e una delle prime dieci del mondo. Il suo contributo al PiL nazionale diretto è di circa il 17%, il doppio se si considerano i servizi collegati. Circa 8 milioni di italiani vivono di industria”, ha sottolineato il presidente di Confindustria. A questi dati si aggiungono, però, gli aspetti negativi: “L’industria italiana è malata”, ha detto Squinzi, limitata da “un modello di specializzazione tradizionale, una produttività cresciuta troppo poco, scarso livello di digitalizzazione, scarsa integrazione con i servizi, livelli di conoscenza della manodopera insufficienti”.
“Ma la crisi ha avuto anche degli effetti benefici” sull’industria italiana, ha proseguito Squinzi: “Perché molti imprenditori hanno cambiato cultura, atteggiamento e marcia. L’export italiano continua la sua marcia positiva. Una parte importante dell’industria italiana ha capito il cambiamento e cerca di governarne le dinamiche – ha aggiunto -. Chi di noi ha investito sui giovani e sul loro sapere è stato ampiamente ripagato. Il sapere, la ricerca e l’investimento sui giovani rende“, ha ribadito. Infine, rivolto agli studenti del collegio universitario dei Cavalieri del Lavoro, il presidente di Confindustria ha detto: “Voi siete un’iniezione di fiducia e ottimismo. Voi sarete chiamati a ridare al Paese il peso che merita. Su di voi bisogna contare e a voi bisogna dare fiducia e spazio”.
V.B.