
Il testo dell’emendamento che il Governo presenterà alla Camera sul Jobs Act prevede per i licenziamenti economici “un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio”, mentre viene esclusa la possibilità del reintegro nel posto di lavoro. E’ quanto viene rilanciato in questi minuti dalle agenzie di stampa, riprendendo quanto affermano fonti parlamentari qualificate. Inoltre la riformulazione dell’articolo 1 comma 7 del jobs act presentato dalla deputata Pd, Luisa Gnecchi, prevede il reintegro nel posto di lavoro solo per i licenziamenti nulli e discriminatori e solo “in specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare” e comunque salva la previsione di “termini certi per l’impugnazione” dell’atto.
In precedenza, era stato il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, a ribadire che sulla questione “l’accordo c’era e c’è sulla base di quanto concordato sabato scorso con il ministro Poletti per un testo semplice, certo e tale da non aprire alla discrezionalità del magistrato nella delicatissima materia del licenziamento”. Aveva spiegato Sacconi: “Nell’emendamento che oggi il governo riformulerà ci sarà esattamente quanto concordato tra me e Poletti. L’accordo riguarda anche il futuro decreto delegato. I problemi sono dentro al Pd, non tra Ncd e il governo”.
Secondo Sacconi, “la regola è che per il licenziamento senza giusta causa ci sia un indennizzo progressivo crescente con l’anzianità lavorativa, con l’eccezione di alcune fattispecie dei licenziamenti disciplinari che saranno ovviamente specificate nel decreto legislativo”, quindi quello dell’emendamento che verrà presentato oggi “sarà un testo che apprezzeremo molto”.
Infine sul voto di fiducia: “E’ una decisione che spetta al governo. Io so solo che la legge va approvata entro l’anno in modo tale che un minuto dopo almeno un decreto delegato sia presentato”.
GM