Lotta alle mafie, decine di arresti in tutta la Penisola

Agenti del Ros dei Carabinieri (Foto: MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images)
Agenti del Ros dei Carabinieri (Foto: MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images)

Hanno fatto sicuramente gli straordinari, in queste ore, gli agenti delle forze dell’ordine, per porre un argine all’espandersi di sodalizi criminali e mafiosi che tessono la propria rete da Nord a Sud della Penisola; sono infatti decine gli arresti effettuati in queste ore nei confronti di esponenti di mafia, camorra, ‘ndrangheta e Sacra Corona Unita. Arresti nelle regioni del Sud, così come in Lombardia: sgominati sodalizi mafiosi dediti alla gestione di appalti, così come alle estorsioni e al traffico di sostanze stupefacenti.

Quaranta gli ordini di custodia cautelare in carcere nelle province di Milano, Como e Lecco, nei confronti di presunti affiliati alla ‘ndrangheta; per loro, le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi. In una nota, il Ros dei Carabinieri chiarisce che si è trattato di un’operazione tesa a sgominare “tre sodalizi della ‘ndrangheta radicati nel comasco e nel lecchese, con diffuse infiltrazioni nel tessuto locale e saldi collegamenti con le cosche calabresi di origine. Documentati, in particolare, i rituali mafiosi per il conferimento delle cariche interne e le modalità di affiliazione”. Riti, come noto, che chiamano in causa gli eroi risorgimentali, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, oltre ai tre cavalieri spagnoli, Osso, Mastrosso e Carcagnosso.

Gli agenti della Squadra Mobile di Lecce, al termine di una lunga e articolata operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, hanno provveduto a eseguire 35 misure cautelari a carico di altrettanti soggetti ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzate allo spaccio di stupefacenti, estorsione e detenzione di armi. Gli arrestati apparterrebbero alla Sacra Corona Unita, la potente mafia pugliese che negli ultimi anni è tornata agli onori della cronaca, dopo che ai primi anni Novanta si era ritenuto di poterla mettere sotto scacco. L’inchiesta ha contribuito a far luce su numerosi atti intimidatori perpetrati ai danni di commercianti del capoluogo salentino, oltre che su alcuni tentati omicidi.

Campania e Sicilia

Arresti sono stati poi eseguiti in due diverse operazioni in Campania e in Sicilia; nel primo caso, il blitz anti-camorra ha consentito ai carabinieri di Giugliano, in provincia di Napoli, di arrestare 17 persone ritenute affiliate al clan dei “D’Alterio – Pianese”, operante a Qualiano e nei comuni limitrofi, con l’accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e di estorsione aggravati da finalità mafiose. Nello specifico, è venuta alla luce il reato di racket, con gli affiliati al sodalizio mafioso che chiedevano il “pizzo” a imprenditori e professionisti.

Infine, in Sicilia, gli uomini della D.I.A. di Messina e del Centro Operativo di Catania stanno provvedendo in queste ore all’esecuzione di numerosi provvedimenti cautelari nei confronti di funzionari del C.A.S. (Consorzio Autostrade Siciliane), oltre che di diversi imprenditori, con l’accusa di turbata libertà degli incanti, induzione a dare o promettere utilità e istigazione alla corruzione. L’inchiesta che ha portato a eseguire i provvedimenti cautelari riguarda la vasta rete di appalti truccati nel settore dei lavori sulle autostrade siciliane, che coinvolge in particolar modo i cosiddetti “colletti bianchi”.

 

GM