Il fenomeno mondiale di Hunger Games torna sul grande schermo domani 20 novembre con Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1 e vede Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) nel Distretto 13 dopo aver annientato i suoi nemici. Sotto la guida della Presidente Coin (Julianne Moore), e con i consigli dei suoi amici più fidati, Katniss nel ruolo di “Ghiandaia Imitatrice”, simbolo della rivolta, spiega le ali e combatte per salvare Peeta (Josh Hutcherson).
Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1 è diretto da Francis Lawrence, da una sceneggiatura di Peter Craig e Danny Strong, di un adattamento di Suzanne Collins, ed è prodotto dalla Color Force di Nina Jacobson in tandem con il produttore Jon Kilik. Il romanzo su cui si basa il film è il terzo capitolo della trilogia scritta da Suzanne Collins stampata in più di 65 milioni di copie nei soli Stati Uniti.
Ed è così, che con “The Mockingjay” (la “Ghiandaia Imitatrice”) tutto ha inizio da dove eravamo rimasti tempo fa e stavolta il fuoco della ribellione arde nei vari distretti di Panem. Infatti, Katniss Everdeen diventa l’emblema di una nazione che preferisce morire e combattere, piuttosto che sottostare al potere sanguinario e cruento di Capitol City. Così, tra guerre, rivolte e sete di vendetta, in questo nuovo capitolo assistiamo a un mondo malato, triste, dai toni cupi, dove la volontà di giustizia del singolo diviene pretesto per un’intera comunità di affermare la pace, la libertà, la speranza.
Ovviamente, la relazione con le dinamiche odierne è molto forte. Infatti, i temi dei conflitti bellici, delle campagne di marketing aggressive e della manipolazione delle masse attuata dai mass media, costituiscono i tratti distintivi di questa nuova avventura. Di conseguenza, la pellicola pervasa da un’intensa riflessione sociale, ci pone dinanzi agli occhi le conseguenze della malvagità umana, perché anche se i famosi Giochi sono stati cancellati per sempre, la lotta per la sopravvivenza è viva e rabbiosa. E di fronte a una realtà demoralizzante, Katniss non può fare altro che usare il suo coraggio, la sua forza e il suo potere contro i nemici. Ed è questo il momento in cui si rende conto di non avere altra scelta, se non di spiegare le ali e di incarnare pienamente il simbolo della “Ghiandaia Imitatrice”. Lei sa che se vuole salvare Peeta, deve diventare una leader, ma per tutto il film, assistiamo a un’eroina riluttante che disprezza la distruzione, e che purtroppo non può esimersi dal caldeggiare la lotta.
Se da una parte, poi, troviamo il Distretto 13, dove i ribelli di Panem hanno scavato sottoterra e il grigiore e gli ambienti claustrofobici sono all’ordine del giorno, dall’altra, Capitol City resta sensazionale e continua ad ostentare lusso e mondanità. Ma oltre alle diversità, alla mentalità delle due fazioni e alle strategie militari, saranno i sentimenti a costituire il perno e il cuore pulsante dell’intera narrazione.
Infatti, in Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1 l’anima cruenta, emotiva e psicologica della saga prende forma maggiormente, e il fuoco della ribellione si contrappone alla visione apocalittica del mondo. Così, nei momenti di stasi, i personaggi riveleranno la loro intima natura: Gale anela l’amore di Katniss; Peeta, prigioniero di Capitol City, è oscuro e forte; la bella “Ghiandaia Imitatrice” è combattiva, ma anche molto combattuta a livello affettivo. E nel magma dei turbamenti passionali, sarà il Presidente Snow a lanciare uno strano avvertimento: “l’amore può salvare, ma anche distruggere”. Starà a Katniss comprenderne il significato e far sì che l’unico prodigio umano non si trasformi in un cumulo di cenere, perché il cuore ha una memoria che va protetta, sempre e comunque, da qualsiasi attacco malefico. E se alla fine della deciderete o meno di schierarvi con o contro la “Ghiandaia Imitatrice” ha poca importanza, perché per i cattivi di Capitol City e di tutto il mondo sono già stati avvisati e lei ha un unico coro di battaglia che sfodera a più riprese: “Se noi bruciamo, voi bruciate con noi!”.
Silvia Casini