
I soldi dei conguagli delle bollette della luce non andranno più al Ministero dell’Economia. Lo ha deciso ieri la Commissione Bilancio alla Camera bocciando un emendamento alla Legge di Stabilità che negli ultimi giorni aveva fatto molto discutere. L’emendamento prevedeva che i fondi della Cassa conguaglio per il settore elettrico (Ccse) fossero trasferiti quasi per intero, tranne un 3%, al sistema di Tesoreria unica, ovvero ‘il conto corrente’ dello Stato italiano, gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
La Cassa conguaglio per il settore elettrico raccoglie il denaro pagato dagli italiani con le bollette dell’energia elettrica e destinato a finanziare diverse attività, come gli incentivi al fotovoltaico o gli sconti sulle bollette per i redditi bassi. Se l’emendamento fosse stato approvato, gli italiani avrebbero finanziato le casse dello Stato con il conguaglio delle bollette, per la somma di 14 miliardi di euro. A tanto ammontano la risorse della Cassa.
Il trasferimento di risorse era stato pensato per ridurre le emissioni dei titoli del debito pubblico e garantire così “un risparmio complessivo per il bilancio dello Stato, conseguente ai minori oneri per interessi pagati”. Un espediente congegnato per dotare di “risorse fresche” il Ministero dell’Economia e delle Finanze e che era stato denunciato da Repubblica e altri mezzi di informazione.
Un problema che ora è venuto meno con la bocciatura dell’emendamento.
V.B.