
Si è conclusa ieri sera tardi la riunione dell’Assemblea capitolina in merito al “multagate”, il caso che ha riguardato la serie di multe prese dal Sindaco Ignazio Marino con la sua panda nel periodo di agosto a causa del permesso scaduto.
Il sindaco, dopo aver incontrato il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerrini e i gruppo capitolino Pd, è intervenuto in aula con una relazione con la quale ha spiegato i fatti.
Eppure, come ha ben sottolineato Maurizio Crozza nella sua copertina a “Di martedì”, condotto da Giovanni Floris sul canale L7, tutti i martedì in prima serata, “il pd è in imbarazzo perché lo vuole dimissionare. Se avesse truccato gli appalti, corrotto qualcuno, fatto assumere parenti, lo avrebbero anche difeso. Ma di fronte ad uno che parcheggia una panda in divieto di sosta, anche il Pd si arrende. Diventa indifendibile”.
Ma la macchietta di Crozza è inarrestabile e imita Marino che intende vendere la Panda esibendo un cartello “Vendesi Panda rossa con multe già pagate” e sottolineando per “causa malocchio”.
Una piccola premessa per evidenziare in parte il tipo di spettacolarizzazione del caso e l’enfasi mediatica riservata alla vicenda. Anche se nel sottofondo potrebbe solo essere un motivo per contestare al sindaco alcune mancanze nei riguardi della città, come ad esempio l’ingerenza delle periferie, una situazione emersa con espressioni di violenza nel quartiere Tor Sapienza dove i cittadini si sono ribellati contro un centro di accoglienza immigrati, la scorsa settimana.
Relazione Marino su Panda rossa
Il Sindaco è stato accolto ieri da fischi e cori che chiedevano le sue dimissioni, mentre altri piccoli gruppi lo hanno invece incoraggiato con degli applausi.
Il primo cittadino in aula ha assicurato di aver intanto pagato le multe e poi ha riepilogato tutta la vicenda.
“Ci sono state disattenzioni da parte degli uffici competenti nel seguire correttamente tutta la procedura. Errori che non hanno prodotto danni a nessuno, se non a me stesso. Ritengo siano errori di gravità assai limitata, errori cui si è rimediato, errori che non giustificano il clamore che si è costruito intorno a questa vicenda”, ha premesso Marino, precisando che “se ci sono stati errori da parte dell’amministrazione io sono la vittima, esposto a multe che non avrei dovuto ricevere. Ma un sindaco non può essere vittima dell’amministrazione che guida, e allora ho scelto di assumermi la responsabilità dell’errore e comportarmi di conseguenza: ho detto agli uffici, che pur mi comunicavano che non ero tenuto a farlo, che volevo pagare le multe”.
“Ripeto: non dovevo pagare, ma ho voluto pagare, per non creare un conflitto tra sindaco e amministrazione e per eliminare qualsiasi residuo dubbio sulla regolarità di quanto accaduto. Avendo una sola auto, la famosa Panda rossa ormai considerata più pericolosa di un cacciabombardiere del Nord della Corea che invade lo spazio aereo dell’isola di Okinawa, ho usufruito di un solo permesso sui 4 disponibili, che è stato richiesto agli uffici al momento dell’insediamento. L’auto è sempre stata autorizzata a circolare, e per questo le famose multe sono state annullate”, ha poi aggiunto chiarendo tutti i punti.
In merito alle dimissioni, Marino ha ricordato che “chi parla, pensa o scrive di mie di dimissioni davvero non vuole comprendere la dimensione della nostra sfida. Non è una sfida personale ma l’ambizione di cambiare Roma e farla uscire dalle macerie economiche e morali in cui era precipitata spero ora si smetta di chiedere le mie dimissioni: sarebbe l’unico caso al mondo in cui si chiede di dimettersi a un sindaco che ha pagato multe che non doveva pagare. Nei giorni in cui alcuni si arrovellavano sulle contravvenzioni, ho lavorato con il ministro dell’economia per sbloccare il patto di stabilità, assicurando 150 milioni di euro in più per la nostra città che sono già stati inseriti nell’assestamento di bilancio”.
Ma il sindaco ha anche parlato dell’esposto presentato alla Procura di Roma per violazione informatica: “Sabato 8 novembre mi sono stati sottoposti documenti che gli uffici ritenevano prova di una manomissione informatica, e ho ritenuto mio dovere presentarli agli organi inquirenti per una loro valutazione. Si è gridato allo scandalo, ma intanto le autorità competenti stanno indagando e attendo, come dovremmo fare tutti prima di giungere a frettolose conclusioni, che facciano il proprio lavoro”.
Infine, Marino si è scusato con i cittadini: “In questa settimana di morbosa attenzione la mia auto è stata anche fotografata in divieto di sosta, anche di questo mi assumo la responsabilità e chiedo scusa a romane e romani. Per ironia della sorte per quell’infrazione non ho ricevuto alcuna multa, purtroppo non sono passati vigili a controllare: tutti possiamo sbagliare, ma bisogna saperlo ammettere ed essere pronti a rimediare. Per questo vi assicuro che non smetterò di essere inflessibile sul rispetto delle regole, per me stesso e per chiunque altro a Roma”.
Riappacificazione Marino Pd
Insomma, una presa di posizione espressa del Sindaco che aveva prima incontrato anche il gruppo capitolino Pd che sembra riappacificato: “E’ stato un clima positivo. Siamo soddisfatti delle spiegazioni del sindaco. Questa vicenda si chiude in totale trasparenza rigettando qualsiasi congettura da parte dell’opposizione”, ha detto il consigliere del Pd, Francesco D’Ausilio.
Il Sindaco non ha accennato a nessun rimpasto di giunta, come emerso da alcune indiscrezioni riguardo ad una richiesta del Pd Nazionale e per cui veniva ipotizzato che il sindaco avrebbe annunciato alcuni cambi negli assessorati entro questa settimana.
Tanto che non è stata presentata nessuna mozione di sfiducia, così come annunciato da Ncd e M5S, in quanto non sono state raggiunte le 19 firme necessarie. Come riporta Repubblica, il consigliere del Movimento Cantiere Italia, Mino Dinoi ha spiegato che “ho deciso di non firmare la mozione di sfiducia contro il sindaco Marino, sebbene mi sia stato chiesto perché non si sfiducia per una multa”.
C.D.