Schiaffo ad Obama, il Senato blocca il Freedom Act

World Leaders Gather For G20 Summit In Brisbane
Barack Obama (Steve Christo/Getty Images)

Era solo questione di tempo, vista la pesante sconfitta che il presidente Usa Barack Obama ha dovuto incassare nelle elezioni di midterm dello scorso 4 novembre. Dopo il tour internazionale che in pochi giorni lo ha visto partecipare all’Apec di Pechino e al G20 di Brisbane, Obama deve ora fare i conti con la politica interna e coi numeri deficitari che ha alle Camere. Ieri il Senato ha bloccato il cammino del Freedom Act, la riforma della National Security Agency, l’agenzia di intelligence preposta alle intercettazioni finita al centro di uno scandalo globale dopo le rivelazioni di Edward Snowden sui suoi controversi programmi di ascolto. Snowden, fino ad allora consulente dell’agenzia, rivelò pubblicamente alcuni dettagli sul funzionamento dei programmi di sorveglianza di massa dei governi statunitense e britannico. Il testo della riforma non è passato per soli due voti: 58 consensi invece dei 60 necessari. Il Freedom Act intendeva limitare la capacità di raccolta dati da parte della Nsa. Patrick Leahy, democratico firmatario della riforma che fino alla fine del mese guiderà la commissione Giustizia, ha affermato che non intende “rinunciare alla lotta” per far approvare il provvedimento, non escludendo un nuovo un passaggio in aula nelle prossime settimane. Le speranze sono però ridotte al lumicino, considerata la nuova minaccia dell’Isis che rende molto delicato il lavoro delle agenzie di intelligence. Mitch McConnell, il leader dei repubblicani al Senato, ha spiegato: “E’ il momento peggiore per legare le mani alle nostre agenzie di intelligence”.

C.M.