
Dopo le voci dei giorni scorsi, ecco la conferma: i tre senatori iscritti fino a oggi al gruppo Per l’Italia, Mario Mauro, Angela D’Onghia e Tito Di Maggio, hanno aderito a Grandi Autonomie e Libertà, precisando che comunque “resta in piedi la componente Popolari per l’Italia che però ora farà parte di Gal”. A motivare la scelta, l’ex ministro Mario Mauro: “Si tratta di una decisione politica. Siamo convinti che il processo di ricomposizione del centrodestra deve avvenire verso destra e non a sinistra sotto l’egida del Pd”. Secondo l’esponente centrista, i”n Europa il Ppe è alternativo ai socialisti e quindi chi si ispira agli ideali popolari deve essere alternativo al Pd”.
La scelta, a sentire le parole di Mauro, potrebbe avere conseguenze politiche per il governo: “Non intendiamo dare la fiducia a scatola chiusa. Decideremo caso per caso. Ad esempio è difficile che la si possa dare a questa legge di Stabilità”. quindi l’ex ministro sottolinea: “Si è perso lo spirito di inizio legislatura. Dalla scorsa estate sono emerse diverse incongruenze. Con gli scontri sociali in piazza di questi giorni, il governo afferma che la priorità è la legge elettorale. Preoccupiamoci, invece, dell’economia del Paese”. Gli fa eco Tito Di Maggio: “Siamo alternativi alle politiche del centrosinistra e a un governo che ha una scaletta di priorità diverse della nostra: le riforme economiche sono più importanti di quelle elettorali e costituzionali”.
Scenario annunciato
Lo scenario era già stato preannunciato sul nostro portale la scorsa settimana, facendo riferimento a quanto sostenuto dal quotidiano ‘La Repubblica’, che riportava le dichiarazioni dell’ex ministro Mauro: “Noi possiamo incidere poco sugli equilibri dell’esecutivo. Possiamo invece lavorare per ricostruire il centrodestra. E per farlo dobbiamo essere alternativi a Renzi”.
Giovedì scorso era comparso anche un lungo intervento di Mauro sul quotidiano ‘Il Giornale’, all’interno del quale si leggeva: “Se all’indomani delle elezioni politiche del 2013 il governo di grande coalizione aveva un senso, alla luce di quanto accaduto nel corso dell’ultimo anno sorgono seri dubbi sulla situazione di eccezionalità che viviamo. Renzi ha sostituito Letta a Palazzo Chigi e ha trasformato nei fatti il governo di coalizione in un monocolore. Inizialmente in tanti, come chi scrive, hanno deciso di sostenere ugualmente il tentativo di Renzi”.
Osservava ancora l’ex ministro: “Negli ultimi mesi ogni provvedimento messo in campo dall’esecutivo ha avuto più l’obiettivo di contribuire alla prosecuzione ‘delle primarie’ del premier che non il bene comune. Il bonus di 80 euro, per esempio, ha concorso al risultato elettorale delle Europee, ma davvero poco a far ripartire i consumi interni, scesi del 2,6% nel mese di giugno. La legge di Stabilità proposta fa il resto”. Per Mauro, che critica in particolare il Tfr in busta paga, “il rischio complessivo è che Renzi rottami le giovani generazioni e non i vecchi arnesi della politica. Con gravi ripercussioni sul futuro dei nostri figli”.
Plauso di Forza Italia
La decisione dei senatori è accolta con soddisfazione dal capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani, secondo il quale “si aprono nuove prospettive” per quello che il suo partito “ha sempre indicato come percorso obbligatorio per rivolgersi, e tornare a rappresentare, l’elettorato moderato, maggioranza del Paese”. Da parte di Romani, dunque, auguri “di buon lavoro”, con “l’augurio per tutto il centrodestra è che si possa dare il via ad un rilancio a partire dal confronto sui contenuti ed alla costruzione di una piattaforma programmatica comune”.
GM