Datagate, il governo Usa bloccò il piano sui dati personali

Freedom Act Datagate Edward Snowden
Edward Snowden (The Guardian/Getty Images)

Ieri il senato americano ha bloccato il Freedom Act, la proposta di riforma della National Security Agency (agenzia di intelligence statunitense) al centro dello scandalo Datagate. Il voto procedurale per l’avvio della discussione non ha raggiunto il traguardo di 60 “sì”, fermandosi a soli 58. Il voto contrario di tutti i senatori repubblicani, fermamente contrari a rivedere in modo radicale i poteri della Nsa, si è compattato in particolare sul Patriot Act. Il Patriot Act è la famosa legge anti-terrorismo approvata d’urgenza dopo l’11 settembre 2001, che estende i poteri d’intervento dell’intelligence e dell’autorità giudiziaria nella vita privata dei cittadini, autorizzando controlli estesi a tutti i livelli. Dopo la bocciatura al Senato del Freedom Act, alcuni funzionari dell’intelligence, sia in servizio, sia a riposo, hanno rivelato all’Associated Press (agenzia di stampa statunitense, la prima a livello mondiale) che un piano simile a quello previsto della riforma era stato già accantonato dal governo nel 2009. Secondo queste dichiarazioni, la Nsa avrebbe considerato la possibilità di rivolgersi alle compagnie telefoniche, interrompendo così la raccolta diretta dei dati. La proposta arrivò all’amministrazione Obama direttamente dall’allora direttore dell’agenzia Keith Alexander. Il neopresidente, da poco arrivato alla Casa Bianca, prese in considerazione la questione insieme ai membri del suo governo. Poi però, fu deciso, di accantonare il piano, considerando il lavoro della Nsa uno strumento necessario per la lotta al terrorismo. Tutto questo fino al Datagate, lo scandalo del 2013 susseguito alle rivelazioni del consulente informatico Edward Snowden. Per motivi diversi, sia il Fredoom Act del 2014, sia il piano Nsa del 2009 sono stati respinti. Verrebbe da chiedere cosa pensa in merito l’australiano Julian Assange, che proprio pochi giorni fa ha annunciato che Wikileaks è pronta a pubblicare nuovi documenti riservati dopo quelli del novembre 2010.

C.M.