Dl responsabilità civile dei magistrati: Sì del Senato

Palazzo Madama (AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE Getty Images)
Palazzo Madama (AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE Getty Images)

L’Aula del Senato ha dato il via libera al disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati con con 150 voti favorevoli, 51 contrari e 26 astenuti. Tra i contrari vi erano Forza Italia e Lega, mentre Sel si è astenuta. La maggioranza e il Movimento cinque Stelle hanno votato a favore. Ora il testo passa ora alla Camera.
Infatti, quando il testo del provvedimento era in commissione Giustizia si è parlato di un asse Pd-M5S.
Lo stesso senatore Cinque Stelle Michele Giarrusso, nelle dichiarazioni di voto finali in Aula, annunciando di essere favorevole al ddl, ha sostenuto che “non sarà una legge perfetta ma sicuramente non è una porcata ed è grazie a noi. Noi non abbiamo trovato un muro, questa volta e M5S c’è e non si tira indietro davanti alle proprie responsabilità”-.
Giarrusso ha inoltre fatto presente che alla Camera saranno presentati “emendamenti” per migliorare il provvedimento.

Ddl responsabilità civile magistrati

Il testo intende apportare delle modifiche alla legge Vassalli sulla responsabilità civile dei magistrati che fu introdotta nel 1988.
Secondo le nuove disposizioni che adeguano la normativa alla disciplina dell’Unione europea, resta immutato il meccanismo della responsabilità indiretta.
Ovvero senza la possibilità per il cittadino di rivolgersi sul singolo magistrato per cui il cittadino dovrà rivolgere l’azione nei confronti dello Stato, che può poi decidere se procedere nei confronti del magistrato.
Tra le novità anche l’ampliamento della possibilità di ricorso, attraverso l’eliminazione del filtro di ammissibilità della domanda risarcitoria.
Il ddl ridefinisce la “colpa grave” per il magistrato, che consiste nella violazione manifesta della legge e del diritto dell’Ue, nel travisamento del fatto e delle prove, nell’affermazione di un fatto la cui esistenza è esclusa dagli atti del procedimento, nell’emissione di un provvedimento cautelare fuori dai casi consentiti dalla legge.

Inoltre è presente una clausola di salvaguardia che esclude che possa dar luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto e quella di valutazione del fatto e delle prove.
Viene anche disciplinata l’azione di rivalsa nei confronti del magistrato e il presidente del Consiglio, entro due anni dal risarcimento, ha l’obbligo di esercitarla nel caso di diniego di giustizia ovvero nei casi in cui la violazione della legge e del diritto comunitario, o il travisamento del fatto o delle prove, che sono stati determinati da dolo o negligenza inescusabile.
E’ stata pertanto innalzata la soglia economica per la rivalsa passando da un terzo ad un massimo della metà di una annualità dello stipendio, al netto delle trattenute fiscali, percepito dal magistrato nel periodo in cui l’azione di risarcimento sarò proposta.
Infine, il magistrato risponde anche per responsabilità contabile.

Viceministro Costa

Soddisfazioni espresse dal Viceministro della Giustizia Enrico Costa che parla di un voto di portata storica: “Dopo anni di attesa e di tentativi vani, finalmente un ramo del Parlamento ha approvato la revisione della legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Un voto di portata storica, che segna un significativo passo avanti verso il superamento dell’inefficace Legge Vassalli. In un quarto di secolo, le condanne si contano sulle dita di una mano e i cittadini danneggiati rinunciano a chiedere i risarcimenti, prevedendo di infrangersi contro il muro del filtro, proprio quel filtro di ammissibilità che il testo approvato oggi opportunamente cancella”.
“L’auspicio ora è che il provvedimento passi rapidamente all’esame della Camera e che questo ci consenta di adeguarci, nel rispetto dei tempi prefissati, alle prescrizioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Ma queste norme, necessarie e urgenti, non vanno lette come un mero allineamento formale a quanto chiede l’Europa”, precisa Costa, concludendo che”occorrerà ora procedere speditamente verso la riforma del CSM, del suo sistema elettorale e dei suoi meccanismi, che dovranno essere orientati a valutazioni di merito e non a logiche correntizie”.

C.D.