
Il governo Renzi preme l’acceleratore sulle privatizzazioni. Stante il periodo ancora decisamente fiacco per l’economia italiana, con il nostro Paese che è il solo in Europa insieme a Cipro a far registrare un Pil negativo nel terzo trimestre 2014 e il peggioramento delle stime su defict e debito pubblico, attestato sia dalla Commissione europea che dalla Bce, il governo punta al recupero di nuove risorse, necessarie a rimpinguare le casse dello Stato.
Si parte con la privatizzazione di Enel, di cui a breve dovrebbe essere ceduto il 5% delle azioni. Il ministero dell’Economia attualmente ha una partecipazione del 31,2% nella società elettrica, che in seguito all’operazione scenderebbe al 26%. In questo modo il Mef non avrebbe più il controllo dell’assemblea degli azionisti, ma il governo non è intenzionato a perdere il controllo della società e starebbe studiando delle misure per mantenerlo anche con un partecipazione inferiore. Nel complesso, Enel vale 31 miliardi di euro. Il Ministero dell’economia, prima di cedere le partecipazioni della società, aspetterebbe solo che le condizioni di mercato siano favorevoli.
Un altro passo decisivo è quello della privatizzazione di Poste Italiane, per cui si prevede la cessione di circa il 40% delle azioni tra la primavera e l’estate del 2015. L’amministratore delegato Francesco Caio aveva chiesto tempo al governo per ripianare le perdite della società, dovute soprattutto alle attività postali tradizionali, in forte calo negli ultimi anni. Gli introiti che il governo spera di ottenere dalla privatizzazione delle Poste ammontano tra i 4 e i 5 miliardi. Dopo la cessione del 40% la partecipazione dello Stato nella società dovrebbe continuare a scendere anche in futuro.
Infine, l’altra privatizzazione importante è quella che riguarda le Ferrovie dello Stato, il cui dossier ha avuto un’accelerazione negli ultimi giorni e sta passando velocemente tra il Ministero dell’Economia e quello delle Infrastrutture. A questo scopo, proprio ieri è stato formato un gruppo di lavoro congiunto tra ministero dell’Economia, dei Trasporti e Ferrovie sulle procedure di privatizzazione. L’obiettivo è quello di vendere entro il 2015 il 40% di Fs, senza dividere la rete dai beni, come era stato pensato in un primo momento. La cessione di una simile quota di partecipazione dovrebbe portare nelle casse dello Stato una somma di circa 5 miliardi. A condizione, ovviamente, che ci sia una risposta positiva da parte del mercato.
Il programma di privatizzazioni di aziende a prevalente partecipazione statale era stato già messo in cantiere dal precedente Ministro dell’Economia del governo Letta, Fabrizio Saccomanni, ora al successore Pier Carlo Padoan spetta l’attuazione del piano, che nel frattempo è stato esteso. Padoan, infatti, già dall’inizio del suo mandato puntava alla realizzazione di un piano di vendite di partecipazioni nelle società pubbliche per la cifra di dieci miliardi all’anno, dal 2014 fino al 2017. L’obiettivo è sempre quello: incassare nuovi fondi a copertura del debito pubblico.
V.B.