
Il voto per le politiche non è una prospettiva lontana: i segnali ci sono tutti, a partire dalla decisione di alcuni componenti di Per l’Italia di passare al gruppo di Gal al Senato, una forza che fino a oggi si è spaccata molte volte sul sostegno al governo Renzi, ma che potrebbe ricompattarsi in vista di un progetto unitario delle varie forze del centrodestra che puntano a costituire un partito che si rifaccia ai valori del Ppe e che metta insieme Forza Italia, Ncd e le altre formazioni minori.
La sensazione è che il test elettorale di domenica, con due regioni al voto date per perse ma che – almeno nel caso dell’Emilia-Romagna – potrebbero regalare una sorpresa inaspettata, servirà a Forza Italia per tastare il polso della consistenza reale della Lega 2.0 guidata da Matteo Salvini, data dai sondaggi intorno al 10% nazionale, e soppesare possibili convergenze in un soggetto unitario insieme ai fratelli coltelli di Nuovo Centrodestra e Udc.
Che l’Italia abbia bisogno di “un centrodestra forte e competitivo” è opinione di Raffaele Fitto, europarlamentare di Forza Italia che da mesi ribadisce lo stesso mantra e che oggi sul suo blog sottolinea come ciò “richiede che sia la forza centrale e di maggior tradizione a giocare il ruolo propulsivo. Tocca a Forza Italia svolgere meglio questo compito, come non sempre è avvenuto in questi mesi. E il mio impegno è rivolto a questo, a una svolta che è sempre più necessaria”.
Il progetto di “una piattaforma liberale innovativa per Forza Italia e il centrodestra”, avviato da quella che ormai viene definita area fittiana, non è a medio-lungo termine, ma guarda al domani, anzi a domenica e al voto delle regionali, dove Fitto si augura “il miglior risultato possibile per Forza Italia negli appuntamenti elettorali di domenica prossima”. Un risultato che non è utopico, ma che si ottiene – spiega l’europarlamentare, che di consenso personale se ne intende, come dimostrano le ultime elezioni – rivolgendosi “ai nostri elettori delusi, agli astenuti, al mondo dei lavoratori autonomi, dei ceti medi, di quanti hanno avuto tante volte fiducia in noi, e sono oggi trascurati dal Governo Renzi”.
Voto a maggio 2015
E’ quindi solo necessario riorganizzarsi, puntare sul voto dei delusi, darsi una rispolveratina e scegliere le alleanze vincenti: in Forza Italia ne sembrano convinti, tant’è che la tesoriera e senatrice Mariarosaria Rossi, secondo quanto riportato dal quotidiano ‘Libero’, avrebbe affemato: “Certo che si voterà. Se non va alle urne Renzi ha finito la sua storia politica, è chiarissimo a tutti noi. Per cui ci sarà l’election day nel maggio 2015, e con ogni probabilità alle elezioni regionali e alle politiche si uniranno quelle per il Comune di Roma, sempre che il Pd ce la faccia a resistere fino ad allora”.
E’ naturale che il “responsabile” di un eventuale voto anticipato debba essere identificato in Matteo Renzi e nella sua necessità di rafforzare la sua leadership, ma è altrettanto chiaro come anche nel centrodestra o ci si ricompatta, magari dando nuova linfa alle proprie strutture, e si va subito alle urne per provare a riequilibrare il divario esistente, soprattutto puntando sulle tensioni interne al Pd oppure risulta complesso uscire da una situazione complicata, che vede ormai un italiano su quattro ritenere positiva la leadership di Matteo Salvini, mentre il consenso per Berlusconi e Alfano resta stabile e a distanza nelle quotazioni.
GM