
“Avvelenate il cibo e l’acqua” e’ l’incitazione rivolta dai combattenti francesi dell’Isis ai loro connazionali, in un video dove l’organizzazione terroristica prosegue la propria azione di propaganda. Ai francesi viene chiesto di abbracciare la causa della Jihad e trasformarsi in «lupi solitari»: agire isolati, colpire al di fuori di qualsiasi struttura organizzativa muoversi in maniera imprevista e imprevedibile. Nel video gli jiahdisti francesi invitano i connazionali ad unirsi allo Stato Islamico in Iraq e in Siria nei Paesi dove si trova lo Stato islamico. Se non possono farlo devono colpire lì dove si trovano: con il veleno nel cibo e nell’acqua o investendo le vittime. Quello dei foreign fighters è un tema ritornato prepotentemente alla ribalta nei giorni scorsi, quando è stato diffuso il filmato dell’ennesima esecuzione dal parte dell’Isis. Nel video in cui viene decapitato l’ostaggio americano Peter Kassig è mostrata anche l’esecuzione di massa di alcuni soldati siriani decapitati da terroristi che agiscono a volto scoperto. Tra loro sono stati identificati con certezza due francesi entrambi di 22 anni: Maxime Hauchard, 22 anni, originario di Rouen, Michael Dos Santos, proveniente da Champigny-sur-Marne, in prossimità di Parigi. Il governo francese parla di 1.132 connazionali coinvolti nella Jihad. Per il primo Ministro francese Manuel Valls sono circa cinquanta i francesi che hanno perso la vita combattendo per lo Stato Islamico in Siria. Nelle ultime ore, i dossier relativi foreign fighters sono tornati in primo piano. Secondo James Comey direttore Federal Bureau of Investigations i cittadini statunitensi andati in Siria negli ultimi mesi, per unirsi a gruppi armati sarebbero quasi 150 i cittadini statunitensi andati in Siria negli ultimi mesi, per unirsi a gruppi armati. Il rischio rappresentato dagli americani convertiti alla causa della Jhad è una primaria preoccupazione per l’FBI perché potrebbero tornare negli Stati Uniti addestrati e con i contatti necessari per lanciare un attacco nel Paese.
L’obiettivo dell’intelligence statunitense è di evitare “un altro11 settembre” un attacco interno al territorio. Comey ha voluto mantenere il riserbo sul numero di americani tornati negli Stati Uniti dopo aver combattuto all’estero “non voglio rivelare quello che sappiamo” ha spiegato. In Italia parla di foreign fighters il Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Dal nostro Paese ne sono partiti “oltre 50, non tutti italiani”. Il Ministro annuncia le contromosse del governo: un decreto “per punire non solo gli arruolatori, ma anche chi, nel nostro territorio, si fa anuolar” nella Jihad e “per stabile un controllo più stringente su chi si muove con fini potenzialmente terroristici, sul modello di quanto avviene per i mafiosi”. Alfano ritiene necessaria la registrazione dei nomi dei passeggeri in ambito Schengen e il monitoraggio delle conversazioni delle persone sospette “ma fatica ad affermarsi una strategia comune a livello europeo” conclude. L’allarme sul foreign fighter e lupi solitari allarma in modo particolare la Sicurezza vaticana che teme, in particolare, azioni eversive del fondamentalismo islamico condotte da persone isolate. Il pericolo è accentuato dalle abitudini di Papa Francesco con la scelta di vivere Casa Santa Marta e dall’abitudine del Pontefice di avvicinare la gente, senza usare filtri. L’insofferenza di Francesco nei confronti dei protocolli di sicurezza fa aumentare in maniera esponenziale il rischio che possa essere bersaglio di un singolo attentatore, capace di muoversi fuori dalle mappe di quelle organizzazioni su cui le intelligence occidentali riescono ad agire preventivamente. L’attenzione è dunque massima e segna in rosso l’agenda nei giorni che vanno dal 28 al 30 novembre quando Papa Francesco sarà in Turchia, il paese musulmano al confine con la Siria della Jiahd e delle esecuzioni di massa.
ADB