Jobs Act, l’ex ministro Damiano elogia il compromesso

Cesare Damiano (Damien Meyer/Getty Images)
Cesare Damiano (Damien Meyer/Getty Images)

Io sono un riformista e sono consapevole non sempre si porta a casa tutto, ma il rischio era di non portare a casa nulla”, con queste parole, l’ex ministro del Lavoro e attuale presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, ha commentato l’esito dei lavori sul Jobs Act che domani approderà in aula a Montecitorio, forte anche dell’emendamento presentato dal governo. Damiano sottolinea: “Chi ci accusa di aver corretto solo le virgole, dice il falso: abbiamo approvato 37 modifiche, 16 del Pd e non era un risultato scontato. Sono molto soddisfatto del risultato”.

Quindi parla dello sciopero generale convocato da Cgil e Uil: “Lo sciopero è parte della normalità democratica, m a ciascuno il suo mestiere: il sindacato fa bene a fare il suo, noi facciamo le leggi e cerchiamo di migliorare la situazione”. Chiarimenti sono stati poi chiesti al ministro Poletti: “Il Parlamento vuole conoscere questi decreti attuativi: siccome alcuni senatori del centrodestra dicono che esistono, ma noi non li conosciamo. E se già esistono, vogliamo essere in grado di fare una discussione preventiva perché non siamo dei passacarte. Perché in bianco non abbiamo dato né daremo delega a nessuno”.

Ultimo punto toccato da Damiano, quello degli ammortizzatori sociali: “Dal governo abbiamo avuto rassicurazione sul tema degli ammortizzatori sociali: Poletti ha garantito un aumento delle risorse. Abbiamo fiducia. Del resto è già stato stanziato dal governo 1 miliardo e 600 milioni per gli ammortizzatori, a cui vanno aggiunti 400 milioni per la cig in deroga e altri 400 della Fornero. Se aggiungessimo altri 500-600 milioni credo sarebbe sufficiente per il 2015. È tutto? No, ma è qualcosa”.

Affianco a Damiano, in conferenza stampa, il deputato veneto del Pd, Andrea Martella, che ha rilanciato: “Chi scommetteva sulla spaccatura del Pd ha perso”. L’esponente democratico aggiunge poi: “E’ stato fatto un lavoro incisivo, efficace e unitario”.

Parla Elsa Fornero

Intanto, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, l’ex ministro Elsa Fornero sostiene: “Sui licenziamenti economici mi pare il proseguimento del percorso che avevamo tracciato noi”. L’ex esponente del governo Monti, molto criticata per delle scelte fatte sotto il suo dicastero, elogia l’operato di Renzi, “in particolare per il coraggio e la determinazione che ha dimostrato, anche in Europa, per abbassare le tasse sul lavoro”.

Quindi sull’art. 18: “Nella sua formulazione originaria anche la nostra riforma cancellava il reintegro. Fu poi l’insistenza di Bersani, e con l’esplicito accordo di Casini e Alfano, che inserimmo quella formula che permette il reintegro solo quando il motivo economico è manifestamente insussistente. Ma già adesso chi vince una causa ottiene quasi sempre un’indennità. Non cambia molto”.

Sui licenziamenti disciplinari, la Fornero precisa poi: “La soluzione trovata mi sembra rischi di essere in parte sbagliata e in parte illusoria. Il governo vorrebbe sostanzialmente abolire la discrezionalità del giudice. Ma, così come ci sono i lavoratori che si comportano male, ci possono anche essere datori di lavoro che si comportano male. E se c’è una controversia a decidere deve essere un terzo. Non vedo chi se non un magistrato”.

Infine, una critica velata alla scelta del ministro Poletti di non intervenire sul palco della Uil: “Non voglio dare giudizi sulle scelte altrui. Posso solo dire di non aver mai rifiutato il dialogo, nemmeno quando sapevo di avere interlocutori ostili”.

 

GM