Il Papa alla Fao ”Si parla di nuovi diritti e l’affamato è lì, all’angolo della strada”

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Papa Francesco con Jose Graziano da Silva Direttore Generale della Fao (Gregorio Borgia/Getty Images)

“Oggi si parla molto di diritti, dimenticando spesso i doveri. Ci siamo preoccupati troppo poco di quanti soffrono la fame. E mentre si parla di nuovi diritti, l’affamato è lì, all’angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina”. Sono le parole pronunciate da Papa Francesco alla Seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione oggi a Roma nella Sala Plenaria della Fao dove ha fatto il suo ingresso poco prima delle 11 accolto dall’ingresso dei delegati tutti in piedi. Il discorso di Papa Francesco segue quello della Regina Letizia di Spagna con la quale si è incontrato brevemente. Prima di lei il ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, presidente della Conferenza, presentato da Josè Graziano da Silva, direttore generale della Fao. Ad attendere il Papa anche direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità Margaret Chan. Bergoglio parla ai delegati in spagnolo: “C’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi”.

Un tema, quello dell’egoismo, che il Pontefice affronta senza giri di parole:  “E’ doloroso constatare come la lotta contro la fame e la denutrizione sia ostacolata dalla priorità del mercato e dalla preminenza del guadagno, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria”. Per Bergoglio “la sfida che si deve affrontare è la mancanza di solidarietà da un crescente individualismo e dalla divisione che finiscono col privare i più deboli di una vita degna”.
“Quando manca la solidarietà in un Paese, ne risentono tutti – aggiunge Francesco – I destini di ogni nazione sono più che mai collegati tra loro, come i membri di una stessa famiglia, che dipendono gli uni dagli altri. Ma viviamo in un’epoca in cui i rapporti tra le nazioni sono troppo spesso rovinati dal sospetto reciproco, che a volte si tramuta in forme di aggressione bellica ed economica, mina l’amicizia tra fratelli e rifiuta o scarta chi già è escluso”.
Così Papa Francesco ritorna al destino dei singoli. “Lo sa bene – aggiunge infatti – chi manca del pane quotidiano e di un lavoro dignitoso. Questo è il quadro del mondo, in cui si devono riconoscere i limiti di impostazioni basate sulla sovranità di ognuno degli Stati, intesa come assoluta, e sugli interessi nazionali, condizionati spesso da ridotti gruppi di potere”. E qui Papa Francesco è stato quanto mai stringente rivolgendosi ai delegati e alla loro agenda auspicando che gli “Stati s’ispirino alla convinzione che il diritto all’alimentazione sarà garantito solo se ci preoccupiamo del suo soggetto reale, vale a dire la persona che patisce gli effetti della fame e della denutrizione
“Stati s’ispirino alla convinzione che il diritto all’alimentazione sarà garantito solo se ci preoccupiamo del suo soggetto reale, vale a dire la persona che patisce gli effetti della fame e della denutrizione. Pertanto, i piani di sviluppo e il lavoro delle organizzazioni internazionali dovrebbero tener conto del desiderio, tanto frequente tra la gente comune, di vedere in ogni circostanza rispettati i diritti fondamentali della persona umana e, nel nostro caso, della persona che ha fame”. Rispetto che deve essere riconosciuto a tutti i popoli. Da qui al netta condanna dell’embargo come forma di sanzione internazionale, destinata a ad abbattersi sulle persone più deboli
“Se si crede al principio dell’unità della famiglia umana, nessuna forma di pressione politica o economica che si serva della disponibilità di cibo può essere accettabile. Ma, soprattutto, nessun sistema di discriminazione, di fatto o di diritto, vincolato alla capacità di accesso al mercato degli alimenti, deve essere preso come modello delle azioni internazionali che si propongono di eliminare la fame”.

Ma le risorse della Terra, intesa come dispensatrice di alimenti e dunque di vita e abbondanza impongono il rispetto della natura, ammonisce Bergoglio, riferendosi ai disastri ambientali causati dall’uomo: “Penso alla nostra sorella e madre Terra Ricordo una frase di un anziano: Dio perdona sempre, gli uomini qualche volta. La Terra non perdona mai. Rispettiamo la Terra – conclude Papa Francesco – perché non risponda con la distruzione”. Peri il Papa l’obiettivo di nutrire la famiglia umana diventa realizzabile. “Ogni donna, uomo, bambino, anziano deve poter contare su queste garanzie dovunque. Ed è dovere di ogni Stato sottoscriverle senza riserve”. La prima preoccupazione degli Stati – insiste Bergoglio – devono essere coloro che mancano del cibo e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza”La Chiesa intende “contribuire a identificare e adottare i criteri” per il suo sviluppo e realizzazione di un sistema internazionale equo. “Sono criteri – spiega Francesco – che si basano su verità, libertà, giustizia e la solidarietà. Allo stesso tempo, in campo giuridico, questi stessi criteri includono la relazione tra il diritto all’alimentazione e il diritto alla vita e a un’esistenza degna, il diritto a essere tutelati dalla legge che non sempre vicina alla realtà di chi soffre la fame.” Abbiamo “l’obbligo morale di condividere la ricchezza economica del mondo” ha aggiunto Bergoglio.” Chiedo a Dio – ha detto infine il Papa congedandosi dall’assemblea – di benedire tutti quelli che, di qualsiasi livello istituzionale, si mettono al servizio di coloro che hanno fame e prego la comunità internazionale di ascoltare l’appello di questa conferenza. Dare da mangiare agli affamati per salvare la vita al Pianeta”.

DC