Canone Rai e social card agli stranieri, nuove grane per il governo

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Sede Rai (getty images)

Di ieri la conferma del viceministro all’Economia, Enrico Morando, riguardo le modifiche del pagamento del canone Rai: “Stiamo cercando di adottare una soluzione di tipo strutturale, anche connessa al cambio della struttura del canone Rai”. Come annunciato da più parti, l’idea di fondo è quella di inserire il canone Rai nelle utenze energetiche e porre fine dunque all’evasione in crescita costante della tassa, che è – come noto – un’imposta legata al possesso di apparecchi in grado di ricevere “radioaudizioni televisive” nel territorio italiano.

La soluzione proposta però trova molte reticenze, anche all’interno della stessa maggioranza, con i deputati del Nuovo Centrodestra Vincenzo Garofalo, Nino Minardo e Vincenzo Piso, che parlano di “stortura di sistema” e avanzano la loro ipotesi: “Per il canone Rai sarebbe più opportuna una imposta progressiva collegata all’Irpef in modo da commisurarlo alle condizioni economiche di chi ne usufruisce”. Scarsamente possibilista anche il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni: “È una modalità impropria di riscossione ed è di difficile applicazione”.

Si dice contrario, in un colloquio con l’Adnkronos, anche il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa: “C’è un evidente problema di legittimità e c’è una grande complicazione burocratica, oltre a costi pesantissimi per le aziende”. Anche per Federconsumatori, “è balzana e illegale l’idea di addossare sulle bollette elettriche l’ennesimo, assurdo, odioso balzello, per far pagare il canone Rai, con arbitraria norma ad hoc nella Legge di Stabilità, anche a famiglie, cittadini, consumatori ed utenti che non hanno la televisione, imponendo alle aziende elettriche l’ingrato compito di fungere da esattori”.

Social card agli stranieri

Altro punto controverso è quello della social card estesa anche ai cittadini comunitari ed extracomunitari; il governo – nella relazione tecnica che accompagna l’emendamento – aveva assicurato che l’estensione della social card non comporterebbe oneri a carico del bilancio dello Stato, precisando: “La mancata approvazione della proposta determinerebbe l’effetto di dover recuperare i contributi già erogati ai cittadini nel periodo gennaio-marzo 2014 e non consentirebbe di pagare a Poste i compensi previsti per il servizio comunque prestato per assicurare la continuità del programma Carta acquisti”.

Oggi, in una nota il capogruppo Ncd alla Camera, Nunzia De Girolamo, il capogruppo in commissione Bilancio, Paolo Tancredi, e la vicepresidente Barbara Saltamartini, chiedono: “Il governo ritiri l’emendamento sulla social card agli stranieri. Dopo l’equivoco che si è creato ieri, crediamo sia opportuno che il Governo valuti questa richiesta anche per meglio riformulare l’emendamento stesso”. Secondo i deputati Ncd, “non è chiaro tra l’altro se il Governo vuole estendere la social card o destinare apposite risorse per ottemperare a precedenti obblighi e sanare il contenzioso con le Poste. C’è ancora tempo per discuterne”. Caustico il commento dell’ex ministro Mariastella Gelmini, deputata di Forza Italia: “Social Card agli immigrati? Dopo le tasse, un altro modo per discriminare gli Italiani”.

Bonus bebé

Intanto, dopo annunci in diretta televisiva nel salotto di Barbara D’Urso da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi, smentite, ripristini e rivisitazioni, sembra chiara anche la nuova norma riguardante il cosiddetto ‘bonus bebé’: l’assegno di 80 euro potrà essere erogato ai nuclei familiari che avranno o adotteranno un bambino nel 2015, purché non superino un valore dell’indicatore Isee di 25mila euro. Nella proposta originaria, l’indicatore Isee era stato posto a 90mila euro.

 

GM