
La situazione economica dell’Eurozona resta critica, sia dal punto di vista della crescita che dell’inflazione. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, il quale tuttavia ha affermato che la Bce “rimane determinata a proteggere l’euro”. “Dobbiamo guardare avanti e prepararci agli sviluppi futuri-, verso una vera unione economica e monetaria“, è l’invito ripetuto da Draghi alle autorità europee, sollecitate a “migliorare” l’Unione “non solo nel settore bancario, ma nei mercati dei capitali e delle politiche di bilancio”.
Ieri, intanto, è arrivata anche la cattiva notizia del ribasso dell’indice Pmi dell’Eurozona, che a novembre è sceso a 51,4 da 52,1 di ottobre, registrando il livello più basso degli ultimi 16 mesi. L’indice, che misura l’attività manifatturiera e dei servizi nei Paesi dell’euro, rimane comunque sopra quota 50, lo spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività. Nelle due componenti, L’indice manifatturiero è diminuito a novembre a 50,4 da 50,6 di ottobre, mentre quello dei servizi a 51,3 da 52,3 di ottobre. Un dato, ha osservato il presidente della Bce, dal quale si evince che “una ripresa più forte è improbabile nei prossimi mesi, con i nuovi ordini in calo per la prima volta dal luglio 2013“, ha sottolineato Draghi.
Ad ogni modo, la Banca centrale europea farà “tutto quello che deve fare per alzare l’inflazione e le aspettative d’inflazione il più veloce possibile”, ha promesso Draghi, aggiungendo che se l’attuale politica monetaria non fosse efficace verrà ampliata “la pressione ampliando ulteriormente i canali attraverso cui interveniamo“. “La situazione dell’inflazione nell’Eurozona è diventata sempre più difficile“, ha riconosciuto il presidente della Bce. Non solo, Draghi ha anche aperto ad un nuovo acquisto dei titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona, affermando che la Banca centrale europea è “impegnata a ricalibrare le dimensioni, il ritmo e la composizione degli acquisti di titoli, se necessario, per rispettare il proprio mandato”. In proposito, Draghi ha citato espressamente il “quantitative easing” con cui la Fed statunitense e la Banca del Giappone hanno immesso ingenti quantità di liquidità nei mercati americano e giapponese, per rilanciare la ripresa economica.
Infine, il presidente della Bce ha invitato ancora una volta i governi europei a mettere in atto “appropriate riforme strutturali” in modo da creare un ambiente imprenditoriale “dove i nuovi investimenti siano attraenti” e rilanciare così la crescita. Draghi, infatti, ha ripetuto più volte, in diverre occasioni, che la sola poliica monetaria non è sufficiente.
V.B.