Gerusalemme, Hamas ai palestinesi: “Reagite con violenza”

Gerusalemme
Cupola sul Monte del Tempio, Gerusalemme (Ahmad Gharabli/Getty Images)

Le parole del segretario generale Onu Ban Ki-moon , di Papa Francesco I e di tutta la comunità internazionale rischiano di restare, ancora una volta, inascoltate. Tutte parlavano della necessità di “prendere decisioni coraggiose per perseguire la pace, che è difficile da raggiungere, ma imprescindibile per una vita degna”. Nella Spianata delle Moschee, sita al centro di Gerusalemme, gli eventi sembrano voler prendere tutta un’altra piega. Dopo l’attentato alla sinagoga dello scorso 18 novembre, sono arrivate le demolizioni delle case dei palestinesi per ordine del governo di Tel Aviv. Ora il gruppo di Hamas pare stia esortando i palestinesi della Cisgiordania ad organizzare dimostrazioni “di collera” al termine della liturgia araba della preghiera del venerdì. Gli incitamenti potrebbero portare una moltiplicazione degli attacchi contro soldati israeliani e coloni, “sia con armi da fuoco sia con altri mezzi”. La polizia israeliana è in stato di allerta e i servizi segreti informano che le cellule di Hamas stanno cercando da tempo di riattivare il proprio braccio armato nella zona. Lo confermerebbero anche alcuni conclusioni dell’intelligence sui dossier sugli attentati degli ultimi mesi. Infuriano intanto le polemiche sull’operato del sindaco della città israeliana di Ashqelon, poco a sud di Tel Aviv. Ieri aveva impedito l’ingresso di alcuni manovali arabi in asili nido cittadini, prestando ascolto ai timori per l’incolumità dei bambini espressi dalle famiglie. Oggi il ministero degli Interni israeliano gli ha ordinato di riaprire immediatamente i cantieri edili ai lavoratori arabi. Dure parole di censura anche da parte del premier Benyamin Netanyahu, dal capo dello Stato Reuven Rivlin e dal ministro della Giustizia Tzipi Livni. Il problema, però, è che alcuni sondaggi televisivi indicano che il 58% degli israeliani giustificano l’iniziativa del sindaco Shimoni. Una reazione inevitabile, dopo i violenti scontri delle ultime settimane.

C.M.