
18 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per corruzione nei confronti di 12 pediatri (tra cui due primari), 5 informatori scientifici del farmaco e un dirigente di un’azienda di alimenti per l’infanzia, oltre a 26 perquisizioni in quattro regioni, Toscana, Lombardia, Marche e Liguria: questo il bilancio dell’operazione dei carabinieri dei Nas di Livorno, che hanno dato seguito così a un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giovanni Porpora della Procura di Pisa.
Tutto nasce dalla segnalazione anonima arrivata ai carabinieri nel giugno scorso, che portava alla luce l’esistenza di un’agenzia viaggi che effettuava false fatturazioni a pediatri per congressi cui non avevano mai partecipato, in cambio di buoni per soggiorni-vacanza da sfruttare in maniera personale. Da qui, l’inchiesta si è allargata, portando a scoprire appunto come la rete di pediatri inducesse le mamme a utilizzare latte artificiale di note ditte al posto del latte materno, avendo in cambio dalle industrie produttrici smartphone, computer, condizionatori d’aria, televisori, viaggi in crociera e quant’altro.
Secondo i Nas, quella messa in campo da note ditte di alimenti era una “consolidata e diffusa pratica corruttiva che alcune note ditte di alimenti per l’infanzia praticava per indurre numerosi pediatri a prescrivere latte artificiale ai neonati dietro elargizione di tangenti – sottoforma di costosi viaggi e regali di lusso – ed aumentarne così le vendite”. Tra gli arrestati, il primario di Pediatria dell’ospedale Sant’Andrea della Spezia, il 57enne Stefano Parmigiani, e uno dell’ospedale San Giuseppe di Empoli, Roberto Bernardini, anch’egli di 57 anni. Arrestato anche Michele Masini, dirigente di un’azienda farmaceutica, residente in Brianza.
Il colonnello dei Nas di Roma, Giovanni Capasso, ha spiegato: “L’attività investigativa prende i passi dal giugno 2013, mediante una segnalazione anonima su un sistema messo a punto soprattutto in provincia di Pisa, mediante la compiacenza di un’agenzia di viaggio, che spesava queste somme per congressi a cui i medici non partecipavano. Queste somme venivano poi utilizzati dai destinatari per viaggi di piacere”.
“Quando la neomamma partorisce, per difficoltà di ordine psicologico o fisico, veniva subito invogliata a consumare del latte artificiale, di quello di un noto marchio piuttosto che di un altro”, conclude Capasso. In Italia, peraltro, è vietata sia “la distribuzione di campioni o il ricorso a qualunque altro sistema volto a promuovere le vendite degli alimenti per lattanti”, sia qualsiasi tipo di pubblicità che “induce a ritenere il prodotto equivalente al latte materno o che scoraggia l’allattamento al seno”.
Il ministro Lorenzin
“Mi chiedo come possano medici pediatri andare contro l’etica della professione, contro unanimi pareri scientifici e contro le indicazioni del ministero della Salute per convincere le mamme ad usare latte artificiale in polvere al posto di quello materno. Il tutto per guadagnare regali di lusso e viaggi gratuiti, sulla pelle di bambini appena nati”, è il commento alla vicenda del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Ha aggiunto il ministro: “Non bastano gli aggettivi per descrivere la gravità di questo genere di azioni e ringrazio i Nas di Livorno che, in collaborazione con la Procura di Pisa, hanno eseguito 18 arresti tra cui due primari e 10 pediatri, dopo una lunga indagine che ha avuto il suo epicentro in Toscana”.
Molto duro anche l’intervento del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: “Gli arresti dei pediatri che avrebbero ricevuto benefit pilotando le madri all’acquisto di latte artificiale di certe ditte, così come le accuse rivolte ad alcuni cardiologi di ricevere anch’essi doni e favori in cambio di determinati dispositivi medici, al di là degli sviluppi giudiziari, che ci auguriamo tempestivi, rivelano un quadro di comportamenti inaccettabili e denunciano un costume civile e morale che deve essere censurato, contrastato e cambiato”.
Rossi lancia poi un invito ai direttori generali delle Asl, affinché prendano “provvedimenti adeguati e altrettanto ci aspettiamo anche da parte degli ordini progfessionali. I cittadini, soprattutto la parte più debole e sofferente e i giovani, aspettano provvedimenti adeguati, propozionati e in tempi brevi. Senza dover necessariamente aspettare gli esiti dei procedimenti giudiziari”.
GM