
Ora l’Ucraina provoca Vladimir Putin. Dopo le elezioni parlamentari dello scorso 26 ottobre, ieri sera è stato firmato un accordo di coalizione per formare una nuova maggioranza. Il risultato è un patto pentapartitico che prevede anche un percorso di adesione alla Nato. Al patto, proposto dal blocco del presidente Petr Poroshenko, hanno aderito il Fronte Popolare del premier Arseni Iatseniuk, Samopomich (Autodifesa), il Partito Radicale di Oleg Liashko e Patria di Iulia Timoshenko. Il testo proposto prevede, inoltre, la riforma della legge elettorale e dei settori energetico e agricolo. Attesa per le reazioni di Mosca. Negli scorsi giorni, il leader russo Putin aveva dichiarato che non avrebbe assolutamente visto di buon occhio un’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica. Una decisione di questo tipo interferirebbe direttamente con gli equilibri strategici in materia di sicurezza e difesa militare tra Europa, Russia e Stati Uniti. Intanto, il vicepresidente Usa Joe Biden, in visita oggi a Kiev, ha annunciato che “il governo russo potrà vedersi ritirate le sanzioni solo se torna ad adempiere gli obblighi del cessate il fuoco di Minsk dello scorso 5 settembre. In caso contrario, siamo perfettamente pronti ad aumentare i costi per le azioni aggressive della Russia in Ucraina”. Le parole di Biden fanno il coro con le affermazioni fatte arrivare oggi dalla Polonia dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Putin sembra all’angolo, ma le sue repliche possono essere imprevedibili. L’ultimo presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, intanto, ne ha elogiato il ruolo di stabilizzatore nel periodo post Boris Ieltsin, ma ne ha criticato la eccessiva sicurezza in sé e i metodi autoritari, sintomo di uno Stato debole.
C.M.