Non c’è pace per Renzi: contestato anche a Cosenza

Matteo Renzi (foto Origlia/Getty Images)
Matteo Renzi (foto Origlia/Getty Images)

A Cosenza per la manifestazione di chiusura della campagna elettorale a sostegno di Mario Oliverio, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Calabria, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato accolto da una folla rumorosa di circa trecento persone. Che ancora una volta, esattamente come accaduto ieri a Bologna, erano contestatori.

I manifestanti erano in particolare esponenti dei centri sociali e del comitato “Prendo casa”, lavoratori in mobilità in deroga e precari degli uffici giudiziari, che hanno lanciato via Twitter l’hashtag #matteostaisereno, avviandosi poi in corteo verso l’auditorium dove era atteso l’intervento del presidente del Consiglio. A duecento metri dal luogo del comizio, i manifestanti, alcuni dei quali indossavano delle maschere di Renzi in versione Pinocchio, sono stati bloccati dalle forze dell’ordine.

Il clima, all’inizio tranquillo, con un contestatore che ha ironicamente provato a sfondare il cordone di polizia brandendo delle biete, si è poi surriscaldato ed è partita una carica delle forze dell’ordine quando i manifestanti, che – almeno dalle prime immagini diffuse – sembrano disarmati e senza caschi protettivi, hanno provato davvero a superare il dispositivo di sicurezza. Sarebbero tre i poliziotti rimasti contusi negli scontri, mentre almeno un manifestante è rimasto ferito alla testa ed è stato trasportato in ospedale.

Intanto, intervenendo a sostegno di Oliverio, il premier Renzi ha fatto il suo appello al voto: “Mi avete chiamato presidente. Vorrei chiedervi uno sforzo per andare a cercare casa per casa i voti per Mario. Va fatto uno sforzo. Questa regione non si salva da sola, questo paese non si salva da solo”.

Le reazioni alla visita

Così si è espressa Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil, alla vigilia della visita del premier a Cosenza: “Renzi colga l’occasione della sua visita in Calabria per dare un segnale forte a chi lotta per la legalità e contro la criminalità organizzata. Non servono annunci ma aiuti e risorse per forze di polizia, magistratura e chi ogni giorno rischia la vita”. La visita era stata contestata anche dall’ex governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, che intervistato oggi dal ‘Corriere della Sera, ha sottolineato: “Queste toccate e fughe, sempre sotto elezioni, alimentano l’odio per la politica”.

 

GM