
Non si è ancora spenta l’eco della sentenza della Cassazione che ha dichiarato prescritti i reati nel processo Eternit, che arriva in terzo grado di giudizio, quindi con sentenza definitiva, la condanna per tre ex manager di Fincantieri Palermo, imputati di omicidio colposo per la morte dovuta a tumore di trentasette operai e per le lesioni provocate dal contatto con l’amianto ad altri 24 dipendenti.
Alcuni dei reati contestati sono risultati essere andati in prescrizione, quindi sono state riviste al ribasso tutte le pene; da 4 anni e 2 mesi a 3 anni e 6 mesi la condanna per Luciano Lemetti, da 3 anni e 5 mesi a 3 anni e un mese per Giuseppe Cortesi e da 2 anni e 8 mesi a 2 anni, 7 mesi e 10 giorni, infine, per Antonino Cipponeri. Confermate in sostanza le richieste del procuratore generale. Previsti risarcimenti nei confronti di vittime, Inail e Fiom. Da quanto si apprende, sarebbe stato prescritto il reato di omicidio colposo per le morti avvenute prima del 2000.
L’avvocato generale dell’Inail Giuseppe Vella ha espresso “piena soddisfazione” per la sentenza della Cassazione, spiegando: “È stata confermata la nostra linea processuale di sempre in base alla quale riteniamo che l’Inail, così come prevede la legislazione sul lavoro, ha il diritto ad essere indennizzata per quanto ha dato alle vittime e ai loro familiari in termini di sostegno economico come prevede la Costituzione”.
Il processo si sposta ora in ambito civile, dove verranno stabilite le cifre dei risarcimenti per i danni provocati alle vittime, ma Vella già è soddisfatto perché “con questa decisione su Fincantieri, abbiamo ripreso fiducia dopo il momento di scoraggiamento per come si è concluso, l’altro ieri, il maxi-processo Eternit”.
Andiamo avanti
Intendono non arrendersi anche i familiari delle vittime da amianto dell’Eternit di Casale Monferrato, come afferma anche – interpellato da rassegna.it – Nicola Pondrano, presidente del Fondo vittime amianto: “La sentenza di mercoledì ha segnato una preoccupante spaccatura tra il principio del diritto e il concetto di giustizia. Una dissociazione che in un paese civile non dovrebbe mai avvenire. Questo ha provocato nella nostra gente grande rabbia e amarezza, ma noi siamo tosti. Siamo piegati dal dolore, ma non abbiamo nessuna intenzione di fermarci”.
Accolto con favore anche il nuovo capo d’accusa per omicidio volontario formulato dalla procura di Torino: “Ora dobbiamo volgere lo sguardo verso questo nuovo importante filone processuale. Nel frattempo, continueremo a essere attivi sul fronte dei rapporti istituzionali: dalla prossima settimana inizieremo una tornata di incontri a Roma con i vertici delle principali autorità politiche, dalla presidenza della Camera alle commissioni Giustizia, Salute e Ambiente, per richiedere che si ottenga anche in Italia una legge che – come in tutti i paesi con una legislazione più avanzata – non preveda nei casi di disastri contro l’ambiente e la collettività l’istituto della prescrizione”.
L’incontro con Renzi
Tra gli incontri istituzionali previsti, grande interesse desta quello in programma martedì pomeriggio con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, organizzato tra gli altri dal senatore del Pd, Stefano Esposito. All’incontro dovrebbero partecipare, oltre a una folta delegazione di parlamentari, i sindaci di Casale Monferrato e Cavagnolo, Titti Palazzetti e Mario Corsato, il vicepresidente dell’Afeva, Bruno Pesce e il presidente Fondo vittime amianto, Nicola Pondrano.
GM