
La capogruppo Ncd alla Camera, Nunzia De Girolamo, torna sulla riforma del canone Rai, già contestata ieri dal suo partito e da molte associazioni a tutela dei consumatori, spiegando: “È impensabile sovrapporre competenze caricando una tassa su una tariffa: sarebbe soltanto l’ennesima complicazione all’italiana che non risolve il problema. La riscossione del canone legata al contratto della luce oltre a essere una vera e propria stortura, rappresenta anche un tipo di riforma che guarda al passato e non al futuro. A tal proposito presenteremo una risoluzione in Parlamento”.
Secondo la De Girolamo, “nell’era dello streaming e dei tablet il governo cerca di costringere a pagare il canone Rai chiunque abbia un contratto elettrico, dando per scontato un rapporto causa-effetto per cui ‘se hai la corrente elettrica in casa automaticamente guardi i programmi della tv pubblica’. Un’assurda deduzione che diventa irrealistica soprattutto pensando ai ragazzi e alle nuove generazioni iperconnesse con tablet e pc, ma di sicuro non alla tv pubblica”.
Conclude l’ex ministro: “Forse, sarebbe il tempo che la Rai pensasse a una seria riforma di sé stessa e a una programmazione che possa interessare soprattutto le nuove generazioni. Altrimenti, fra qualche anno non saprà più come fare ad avere nuovi abbonati. Se la riforma della Rai passa dal pagamento del canone in bolletta, vuol dire che l’azienda è rimasta ferma ai tempi di Canzonissima”.
GM