Canone Rai, “azienda ferma ai tempi di Canzonissima”

Nunzia De Girolamo (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Nunzia De Girolamo (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

La capogruppo Ncd alla Camera, Nunzia De Girolamo, torna sulla riforma del canone Rai, già contestata ieri dal suo partito e da molte associazioni a tutela dei consumatori, spiegando: “È impensabile ‎sovrapporre competenze caricando una tassa su una tariffa: sarebbe soltanto l’ennesima complicazione all’italiana che non risolve il problema.‎ La riscossione del canone legata al contratto della luce oltre a essere una vera e propria stortura, rappresenta anche un tipo di riforma che guarda al passato e non al futuro. A tal proposito presenteremo una risoluzione in Parlamento”.

Secondo la De Girolamo, “nell’era dello streaming e dei tablet il governo cerca di costringere a pagare il canone Rai chiunque abbia un contratto elettrico, dando per scontato un rapporto causa-effetto per cui ‘se hai la corrente elettrica in casa automaticamente guardi i programmi della tv pubblica’. Un’assurda deduzione che diventa irrealistica soprattutto pensando ai ragazzi e alle nuove generazioni iperconnesse con tablet e pc, ma di sicuro non alla tv pubblica”.

Conclude l’ex ministro: “Forse, ‎sarebbe il tempo che la Rai pensasse a una seria riforma di sé stessa e a una programmazione che possa interessare soprattutto le nuove generazioni. Altrimenti, fra qualche anno non saprà più come fare ad avere nuovi abbonati.‎ Se la riforma della Rai passa dal pagamento del canone in bolletta, vuol dire che l’azienda è rimasta ferma ai tempi di Canzonissima”.

 

GM