Periferie romane: destre in piazza, residenti a casa

Militanti di estrema destra (MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)
Militanti di estrema destra (MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)

Le immagini della manifestazione promossa oggi davanti al centro d’accoglienza nel quartiere Infernetto, dove sono stati trasferiti gli ospiti del centro di Tor Sapienza, dopo le proteste degli abitanti delle scorse settimane, parlano chiaro: oggi in piazza si è presentata soltanto l’ultradestra romana, “spalleggiata” dall’eurodeputato Mario Borghezio e da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, come Cristiano Rasi, consigliere di Forza Italia del X municipio e il deputato Fabio Rampelli. Presenti anche altri volti noti della politica romana, in primis Sveva Belviso, fresca promotrice di un nuovo movimento, ‘L’Altra Destra’.

In tutto, all’Infernetto, quartiere alla periferia Sud di Roma, nei pressi di Ostia, circa 150-200 persone, quasi esclusivamente militanti di CasaPound . Pochi, pochissimi i cittadini comuni, ancora meno i curiosi. Tanti i giornalisti, perché vasta era l’eco mediatica di questa nuova protesta, i cui contenuti sono definiti da Simone Di Stefano, vicepresidente di Cpi: “Chiediamo il trasferimento dei rifugiati in un’altra fra le tante accoglienti nazioni europee. Qui non ci sono risorse per gli italiani, figuriamoci per gli stranieri”. Dice l’esponente di CasaPound: “Qui oggi in piazza ci sono gli italiani stanchi che non si arrendono. Non accettiamo di essere continuamente additati come razzisti, siamo solo incazzati”.

Le destre provano a cavalcare l’onda del malcontento delle periferie, ma si trovano da sole, dietro lo striscione “Alcuni italiani non si arrendono”. Residenti per strada, nel pomeriggio di oggi, se ne sono visti pochi, appunto. Chi invece non mancava nemmeno oggi era l’europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio, che – megafono in mano – ha scandito: “Siamo gente civile ma la gente non ha più tranquillità nel far uscire la sera le proprie figlie. C’è anche un problema igienico sanitario, non è vero che vengono fatti controlli accurati. Inoltre non sappiamo chi sono da dove arrivano se hanno precedenti penali?”.

Toni differenti, richieste differenti

Borghezio ci mette poi del suo per sconfessare Simone Di Stefano, che aveva appunto professato di non farne una questione di razzismo: “Non pensino poi di trasformare il nostro Paese nella m…a come sono abituati a casa loro. Qui c’è gente pronta ad intervenire con le bandiere, aste comprese magari anche più voluminose? Siamo tutti patrioti. Viva la gioventù patriottica che Casapound riesce a portare a protestare”. Toni non certo sinonimo di antirazzismo, insomma.

Toni che nulla hanno a che vedere con quanto scrive ad esempio un residente dell’Infernetto in un gruppo su Facebook, frase ripresa dall’Huffington Post: “Io sinceramente penso che, per chi abita all’Infernetto, l’ultimo problema da cui dovrebbe essere afflitto è proprio quello che riguarda gli immigrati ed in particolar modo i ragazzi arrivati in questi giorni”.

 

GM