Eternit, il vescovo “deluso e indignato” per la sentenza

Processo Eternit (Foto: Valerio Pennicino/Getty Images)
Processo Eternit (Foto: Valerio Pennicino/Getty Images)

Di fronte a sentenze come quella della Cassazione sull’Eternit è difficile restare impassibili, anche per chi – come gli esponenti della Chiesa Cattolica – non è solito prendere posizione su vicende processuali. Lo sa bene il vescovo di Casale, monsignor Alceste Catella, che ha manifestato la propria vicinanza ai parenti delle vittime, con un intervento pubblicato sulla rivista diocesana locale, nel quale si legge: “Vi sono dei momenti nei quali si avrebbe voglia di tacere per meglio riflettere, capire, pregare. Eppure, proprio in questi momenti, non mi è consentito di tacere; la ragione, il cuore mi dicono che devo parlare per esprimere la mia vicinanza e condivisione con la mia amata città di Casale, con le famiglie che ancora una volta vengono costrette a rivivere il dolore degli atroci distacchi che la morte per amianto ha arrecato”.

Prosegue il vescovo: “Sono con voi, sono addolorato, deluso, indignato. Nei giorni delle sentenze avevamo rinnovato la nostra fiducia nella giustizia, ora veniamo a sapere, che il diritto non ha nulla a che fare con la giustizia. Se fosse così, allora, avevano ragione i latini quando sostenevano summus jus summa iniuria; e il diritto, dunque, è solo un insieme di regole che funziona in modo autoreferenziale”.

Quindi la citazione del giurista Francesco Carnelutti: “Anche se si potesse conoscere il diritto senza avere un’idea della giustizia, questa sarebbe tuttavia necessaria per fare del diritto, sicché se si ammette che il diritto, scienza pratica per definizione, è un mezzo e la giustizia un fine, ne consegue che non si può fare diritto senza sapere qual sia il fine di quel fare. Per questo un giurista il quale non sappia, o almeno non cerchi di sapere cos’è la giustizia, è come uno che cammina con gli occhi bendati…”.

In ultimo, mons. Catella fa sapere: “Il consiglio pastorale si rende disponibile ad accompagnare e sostenere le nuove sfide con lo spirito di quanti intendono non solo fermarsi alla pur giustificata indignazione civile, ma riprendere con più fermezza e determinazione l’impegno mai venuto meno”.

 

GM